L’articolo che state per leggere è molto diverso dal solito: per la prima volta mi limiterò molto nel riportare tutte le informazioni di un itinerario, perché la maggior parte dei dati raccolti è stata già pubblicata in altra sede.
Qualche settimana fa, in collaborazione con Orobie.it, ho iniziato a tracciare un cammino che ha come punto di partenza il Monte Pora e termina sulle sponde del lago d’Iseo, a Castro. 29 km di sentiero che seguono abbastanza accuratamente il corso del torrente Borlezza.
Durante il lavoro abbiamo dovuto definire esattamente i sentieri da inserire nel cammino, valutando le varie alternative e sbagliando anche diverse volte strada (non sempre i cartelli sono chiari in queste zone).
Accanto a questo si è anche svola un’attenta ricerca per cercare di introdurre lungo il percorso il maggior numero di luoghi di interesse paesaggistico e culturale.
Personalmente non pensavo che ci fosse così tanto da vedere lungo queste valli, ma ad ogni nuova ricerca compariva qualcosa di diverso.
Non è quindi stato facile, ho camminato veramente moltissimi chilometri, ma mi sono anche tanto divertito.
Inoltre, nelle giornate dedicate alle uscite, ho avuto ovviamente modo di realizzare varie foto negli spot fotografici che ho ritenuto più meritevoli (non sono pochi).
Dove potete trovare questa pubblicazione?
Se volete quindi leggere la descrizione di questo cammino, realizzata dallo scrittore Ruggero Meles e accompagnata dalle foto di Matteo Zanga, vi rimando alla pubblicazione sulla rivista Orobie (uscita di luglio). Potete abbonarvi, comprare una copia cartacea oppure semplicemente la copia digitale.
Portale Orobie: Abbonamenti – Orobie.it
L’itinerario è anche riportato all’interno dell’applicazione Orobie Active, ovviamente in forma ridotta, ma con tutte le informazioni tecniche del caso.
- Orobie Active: Orobieactive – scarica la nuova app che ti porta dove vorresti essere – Orobie.it
- Qui altre informazioni sul progetto: Nascono i Cammini d’acqua – Orobie.it
Avendo quindi già a disposizione queste fonti, indubbiamente scritte meglio di quanto io possa fare, in questa sede mi limiterò semplicemente a riportare i dati principali del cammino, focalizzandomi soprattutto sugli aspetti fotografici del paesaggio.
Buona lettura
Cammino dal monte Pora a Castro
Sommario cammino dal Monte Pora a Castro
- Parcheggio al Monte Pora – Colle Vareno
- Mappa: Cammino torrente Borlezza
- La Grotta delle Fontane in val di pora
- Santèl di Predusolo
- Arrivo in Val di Tede
- Onore
- Songavazzo e i prati di Cerete Alto
- I mulini di Cerete Basso
- Il santuario della Madonna della Torre di Sovere
- Sentiero della Foresta Fossile (Cervo Fossile)
- Il parco della gola del Tinazzo
- Il lungolago di Castro
- Galleria fotografica. Cammino del torrente Borlezza
- Consigli e informazioni utili
- Pro e Contro – Valutazione
- Webcam santuario di Montecastello (Tignale)
- Dove seguirmi
Dati tecnici – Trekking Monte Pora – Castro:
Difficoltà | E – Escursionistico |
Durata | 10:00 (A) |
Anello | No |
Distanza | 29 Km |
Dislivello | 1.084 m |
Sentieri | Flavio Tasco |
Tipologia | Trekking |
Data | Primavera 2022 |
Parcheggiare al Monte Pora in località Colle Vareno
Il cammino ha come obiettivo quello di seguire il più fedelmente possibile il Borlezza, un torrente che scorre nell’omonima valle (provincia di Bergamo) e che durante il suo corso cambia nome ben quattro volte: prima viene identificato come Gera, poi diventa Valeggia, quindi Borlezza e infine Tinazzo.
Il cammino ha inizio proprio dove nasce il flusso d’acqua a quota 1.690 m, sul Monte Pora in località Colle Vareno.
Mi trovo in provincia di Bergamo, tra la Val di Scalve e la Val Seriana. La strada asfaltata per raggiungere il Monte Pora è abbastanza ben tenuta e sufficientemente larga. In estate, inoltre, il flusso di auto è veramente ridottissimo, la località è infatti famosa per le sue piste da sci e il turismo invernale. Quando la neve scompare però è comunque possibile fare alcune camminate sui morbidi pendii della montagna.
Qualche tempo fa in queste zone ho fatto l’escursione per raggiungere il rifugio Magnolini, un semplice sentiero che consente di raggiunger un bel balcone naturale sul lago d’Iseo, ve ne parlerò presto…
Oggi però mi fermo ben prima del parcheggio per raggiungere il rifugio. In particolare questo luogo si chiama Colle Vareno ed è munito di un ampissimo parcheggio sterrato posto proprio in prossimità di un impianto di risalita.
Purtroppo, la posizione del parcheggio è abbastanza soffocata dalle montagne circostanti che limitano fortemente la vista e nascondono la maggior parte del paesaggio.
Nessuno scatto, quindi da questa posizione.
Ovviamente il percorso tracciato ricalca sentieri battuti, tutti già presenti sulle mappe, molti dei quali però non sono particolarmente famosi e in diverse circostanze ci siamo resi conto di spiacevoli assenze di cartelli e indicazioni chiare.
Il Consiglio è quindi quello di tenervi sottomano una mappa con la traccia GPS allegata.
Mappa: Cammino torrente Borlezza
Seguimi su: Wikiloc
La Grotta delle Fontane in Val di Pora
Inizio a percorrere tutto il parcheggio tornando per un breve tratto sulla strada asfaltata. Dopo pochi passi sulla sinistra si individua un tratto che scende, purtroppo non segnato con un cartello.
Dopo pochi metri di discesa il sentiero si fa più battuto e decisamente più evidente.
Inizia così la discesa in mezzo al bosco, della durata di circa 30 minuti. Il fondo in certi punti è parzialmente rovinato da pioggia e motocross, ma tutto sommato la percorrenza non è affatto complicata.
Il bosco di abeti è abbastanza fitto, ma in certi tratti si apre un po’ e riesco così a far alzare in volo il drone, realizzando i seguenti scatti. Da questa posizione, inoltre, inizia ad essere visibile il massiccio della Presolana.
Scendendo mi ricongiungono con una strada sterrata che supera il corso del Borlezza. Da qui in poi proseguo praticamente in piano, su fondo molto ben battuto, fino a raggiungere un bivio.
Seguo le indicazioni di destra: Santèl di Predusolo.
Proseguendo dopo pochi minuti sulla destra si individua la Grotta delle Fontane. Anche in questo caso nessun cartello ci indica la deviazione, fortunatamente la formazione rocciosa è molto ben visibile semplicemente alzando lo sguardo. Uscendo un po’ dalla traccia per esplorare l’area mi rendo conto che in realtà sono presenti due grotte:
- una molto più piccola e profonda,
- la seconda, invece, decisamente più alta ma con una rientranza minima all’interno della roccia (quasi come fosse una semplice concavità nella parete).
La composizione più interessante si ottiene andando nella seconda grotta e schiacciandosi contro la parete per cercare di introdurre nel frame tutte le pareti, come se fossero una cornice per inquadrare poi i boschi del versante opposto della valle di Pora.
Serve una lente molto grandangolare.
Il Santèl di Predusolo
Finite le foto proseguo per altri 5 minuti salendo in direzione Santèl di Predusolo, una cappelletta posta nel bosco, in una zona molto pianeggiante, arricchita da diversi tavoli e panchine per il pic-nic. All’interno di questo bosco giro per alcuni minuti fino a rendermi conto che, al limitare degli alberi oltre una staccionata, si apre una fantastica vista su tutta la val di Tede e il monte Varro.
Tra l’altro in una posizione veramente privilegiata, sono state piazzate un paio di panchine. Mi siedo qui, mangio qualcosa e scatto una miriade di foto.
Da qui la strada prosegue in leggerissima discesa all’interno del bosco, staccandosi un po’ dal corso d’acqua e avvicinandosi al paese di Castione della Presolana. Giunto quasi in paese imbocco il sentiero sulla sinistra con indicazione Valle Tede, che permette di portarsi nuovamente verso il torrente.
Questa parte del bosco è probabilmente la più suggestiva: alberi immensi che coprono quasi completamente il cielo, un sottobosco ricco colorato di un verde smagliante e un piccolissimo ruscello che, ad intervalli regolari, invade e supera il sentiero.
La Val di Tede
Scendendo per altri 20 minuti finalmente torno in piano ed entro effettivamente in Val di Tede. Nella valle i fitti boschi lasciano spazio a grandissime distese di pascoli (un po’ ingialliti dalla poca pioggia degli ultimi mesi), permettendo così anche di vedere meglio le montagne circostanti, qui dominate dalle pendici frastagliate del Monte Varro.
È proprio il Varro ad essere il protagonista assoluto delle composizioni che si possono scattare da questa posizione.
La parte più complessa è già alle mie spalle. Il Percorso all’interno della valle da questa posizione in poi diventa una semplicissima strada sterrata con dei leggerissimi saliscendi.
L’incredibile particolarità di questo luogo è che le poche decine di metri di dislivello in negativo dal paese di Castione della Presolana nascondono alla vista dei visitatori della valle qualsiasi costruzione umana. Anche i rumori della vicina strada provinciale sono completamente annullati e sembra di entrare, quasi di colpo, in una stretta e sperduta valle alpina, lontana da qualsiasi segno di civilizzazione. È questa la sensazione che ho avuto, perfettamente allineata con la descrizione che tutti danno della valle: “silenziosa e selvaggia “.
Proseguo quindi mantenendo la destra orografica del torrente per poi superarlo e andare sulla sua sinistra. Uscito dalla valle il sentiero devia a sinistra, indirizzandomi verso il paese di Onore.
Questa sezione è probabilmente la più monotona e noiosa di tutto l’itinerario: da una parte abbiamo il bosco del Monte Varro, dall’altra l’alveo secco del torrente Borlezza. La vista è completamente coperta e si deve continuare a camminare sulla solita strada sterrata.
Onore
Dopo quasi un’ora raggiungo le strade del paese di Onore, qui mi metto su un marciapiede e proseguo fino alla piazza. Ciò che più spicca è sicuramente la chiesa di Santa Maria Assunta, con la sua lunghissima scalinata. Faccio alzare il drone per scattare una foto da questa posizione, cercando di cogliere le montagne retrostanti e tutti i prati verdi che circondano le case.
Il sentiero prosegue seguendo la strada provinciale 63, per poi deviare sulla sua sinistra e iniziare a salire in mezzo ai boschi lungo la pista ciclabile.
Songavazzo e i prati in fiore di Cerete Alto
L’arrivo Songavazzo è accompagnato da una splendida vista sui prati vicini al paese e su una piccola collinetta in una posizione rialzata. Salendoci sopra raggiungo un gruppo di tavoli dove mi riposo per qualche minuto, da qua sopra ho un’ottima visuale su tutta la valle Seriana e sul massiccio della Presolana.
Esiste però un punto maggiormente soprelevato per poter godere appieno della vista sulla vallata. A Songavazzo è stata infatti installata una panchina gigante in via Monte Falecchio. Inizio così a camminare sull’asfalto per raggiungerla.
La panchina è posta sulla cima di una piccola collina in una posizione semi nascosta da un gruppo di alberi. Per raggiungerla basta percorrere un brevissimo sentiero che conduce prima a una casetta di legno adibita a biblioteca pubblica e poi allo spiazzo su cui è installata la panchina.
Inizio a scendere le vie del paese, per poi imboccare una stretta strada di campagna che taglia in mezzo ai campi e congiunge Songavazzo con Cerete Alto.
Lungo il tragitto incontro verdi pascoli disseminati di fiorellini gialli, qualche panchina di legno, alcune cascine isolate e poco altro. In lontananza si sente un cane abbaiare, ma oltre a questo c’è solo rumore del vento che smuove lentamente le chiome degli alberi.
I Mulini di Cerete Basso
Giunto a Cerete Alto inizio ad attraversare il paese per congiungermi con l’antica strada che collegava la parte alta con quella bassa. La strada è ciottolata e delimitata da rocce disposte verticalmente ricoperte dall’erba. Una striscia grigia che taglia in mezzo al verde e che conduce lo sguardo verso il paese di Cerete Basso.
Le condizioni di luce non sono le migliori per uno scatto in questa posizione, ma la composizione è comunque molto suggestiva.
Ciò che più mi attira di Cerete Basso è invece il parco dei Mulini dove, in rapida successione, si susseguono tre degli antichi mulini di Cerete, di cui uno ancora oggi utilizzato.
Dato che il proprietario ci sta lavorando proprio ora ho anche la fortuna di fare un minitour all’interno.
Proprio al centro del parco, inoltre, da una sorgente sgorga acqua limpidissima, che poi si tuffa in un torrente e attraversa l’intero paese.
Il santuario della Madonna della torre a Sovere
Superato anche Cerete raggiungo un ponte che mi permette di avvicinarmi nuovamente al corso d’acqua del torrente Borlezza e iniziare a percorrerlo sulla sua destra orografica. Ci troviamo ora in una traversa laterale della Val Seriana chiamata appunto valle Borlezza.
I successivi chilometri vanno percorsi per raggiungere il paese di Sovere, in un susseguirsi di strade di campagna intervallate da brevi pezzi asfaltati e alcuni sentieri.
Raggiunto Sovere faccio una brevissima deviazione per visitare il santuario della Madonna della Torre. Dal suo giardino la vista sul paese sottostante non è male, ma non riesco a scattare nessuna foto. Iniziando a scendere mi rendo conto però che dal basso la vista sul santuario cambia completamente, andando a creare un bellissimo quadro dominato dai verdi boschi alle spalle della struttura e incorniciato dalle fronde che metto in primo piano.
Il parco della Foresta fossile di Sovere
Ora arriva la parte più dura per i piedi (soprattutto se state indossando degli scarponi), bisogna proseguire sull’asfalto fino a raggiungere il Santuario dei frati Cappuccini per poi scendere lungo un brevissimo sentiero che conduce dall’altra parte del torrente. Risalendo sull’altro versante faccio una rapida deviazione per raggiungere il centro sportivo di Sovere. Dal parcheggio del campo sportivo inizia infatti il sentiero del Cervo Fossile, nome che deriva dal ritrovamento, in questa zona, di uno scheletro di un cervo estinto centinaia di migliaia di anni fa.
Percorrendo il breve sentiero, ricco di bacheche divulgative, si può raggiungere il luogo dove è stato rinvenuto il fossile, oppure arrivare ad un’ampia area picnic sulle sponde del torrente. Qui sono ben visibili, lungo una grande parete di roccia, i diversi strati di depositi che nel corso di migliaia di anni si sono accumulati su questo terreno (una volta questa zona era il fondale di un lago).
Il parco della Gola del Tinazzo
Risalgo in paese e proseguo in direzione di Castro. Qui, giunti in via Nazionale, è possibile individuare l’imbocco del sentiero che attraversa tutto il Parco della gola del Tinazzo, nome attuale del torrente Borlezza.
All’inizio del parco è possibile vedere l’antica forra attraversata dal fiume. Documenti storici raccontano di come violente alluvioni facessero esondare il corso d’acqua il quale danneggiava pesantemente le abitazioni di Castro. Per questa ragione nel 1916 il corso venne deviato lungo un canale artificiale e ora la forra è completamente asciutta.
Attualmente non è visitabile, ma sono in corso dei lavori per mettere in sicurezza l’area, che successivamente potrà essere esplorata accompagnati da una guida.
In sentiero prosegue in leggerissima pendenza fino ad arrivare ad una parete di roccia verticale adibita alla scalata dove, con una piccola deviazione, il sentiero entra in una spaccatura verticale della roccia e prosegue per poche decine di metri.
L’eccessiva fretta non mi permette di realizzare uno scatto veramente valido in questa stretta galleria, ma è evidente che con più tempo si potrebbe realizzare qualcosa di veramente particolare.
Il lungolago di Castro
L’area del parco termina pochi minuti di cammino più avanti, con l’arrivo al cimitero di Castro.
Voglio però fare un’ultima foto al tramonto, cercando di cogliere la bella visuale che sia ha su Corna Trentapassi (montagna della sponda Bresciana del Lago d’Iseo). Percorro quindi rapidamente i pochi tornanti che separano il cimitero dalla strada lungo il lago e la superò per raggiungere un piccolo spiazzo, posto proprio accanto al punto in cui finalmente il torrente Borlezza sfocia nel lago.
La vista lungo tutto questo tratto del lungolago è veramente fenomenale e oggi non c’è nemmeno un po’ di foschia. Davanti a me la bellissima parete rocciosa di Corna Trentapassi si tinge lentamente di arancione man mano che il sole scende alla mia destra dietro i bassi monti della costa bergamasca del Lago d’Iseo.
Galleria fotografica – Cammino dal Monte Pora a Castro
Tutti gli scatti di questa uscita sono anche visibili in alta risoluzione sulla mia pagina Facebook: Galleria fotografica Torrente Borlezza
Conclusioni e consigli – Cammino Monte Pora – Castro
L’itinerario proposto è abbastanza semplice e pensato per essere percorso anche da famiglie con bambini. Nonostante ciò, la lunghezza complessiva di quasi 29 km e il dislivello presente durante la discesa dal monte Pora devono far valutare con attenzione la scelta della sezione da percorrere.
Con un buon passo i 29 km (se fatti in discesa) possono essere percorsi nell’arco di una sola giornata, il consiglio è però quello di spezzare l’itinerario in più giorni (magari con sosta nei pressi di Onore).
Un modo per semplificare e accorciare molto l’escursione potrebbe essere quello di partire da Castione della Presolana, tagliando così tutta la discesa dal monte (tratto più impegnativo).
Acqua lungo il sentiero
Ci sono varie fontanelle sparse nei paesi che si incontrano durante il cammino. Nel tratto monte Pora-Valle di Tede invece sfortunatamente non c’è nessuna fonte d’acqua.
L’applicazione Orobie Active riporta la posizione esatta delle fontanelle presenti nella provincia di Bergamo.
Periodo consigliato
- Primavera
- Estate: Attenzione al caldo soprattutto durante il mese di agosto.
- Autunno
- Inverno: la prima parte del sentiero potrebbe essere ricoperta di neve. In questo caso si potrebbe evitare la discesa iniziale dal Monte Pora e partire direttamente con il sentiero in Val di Tede (partenza da Castione della Presolana).
Link e riferimenti utili
- Info point borghi Presolana: Infopoint Borghi della Presolana – Sito ufficiale Valseriana e Val di Scalve
- Info point Castione della presolana: Visit Presolana
- Comunità montana Valle Seriana: Comunità Montana Valle Seriana – Comunità Montana Valle Seriana (cmvalleseriana.bg.it)
- Proloco Sovere: Pro Loco Sovere | Facebook
- Proloco Castro: Pro Loco Castro – LE | Facebook
- Legambiente alto Sebino: Alto Sebino – Legambiente in bergamasca (legambientebergamasca.it)
- Visit lake Iseo: Visit Lake Iseo – Portale Ufficiale turismo Lago d’Iseo
PRO & CONTRO – Valutazione
👍Pro:
- Diversi scorci panoramici
- Possibilità di visitare molteplici paesei
👎Contro:
- Tratti forse un po’ noiosi
Valutazione
Voto | 3/5 |
Segnaletica | 2.5/5 |
Difficoltà | 2.5/5 |
Paesaggio | 3/5 |
Webcam Cammino Torrente Borlezza
Esistono diverse webcam distribuite nei pressi del cammino. La maggior parte si concentrano ovviamente in località monte Pora (essendo una località sciistica):
- Webcam Monte Pora: Link Windy.com
- Sito ufficiale Monte Pora (Mappa 3D e Webcam): Webcam – Monte Pora
- Webcam Rovetta: Link Windy.com
- Webcam Solto Collina: Link Windy.com
Rogno: Monte Pora – Traliccio Cima
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Alcune delle foto che vedi in questo articolo sono state scattate e post-prodotte da @stefanodosselli (pagina Instagram).
Puoi trovare tutte le informazioni sul cammino del torrente Borlezza anche sull’applicazione Orobie Active!