Oggi ho intenzione di salire ai Laghi di Bruffione, due limpidi specchi d’acqua a pochi metri di distanza l’uno dall’altro, situati in una piccola conca in località piana del Gaver, appena fuori dai confini del parco dell’Adamello. Ci troviamo quindi ancora in provincia di Brescia, in particolar modo la zona è sotto il comune di Bagolino, ma il confine con il Trentino è veramente a pochissimi chilometri da noi e certi tratti dell’escursione permetteranno persino di superarlo.

Questo sentiero l’ho scoperto quasi per caso navigando su YouTube in quanto le informazioni reperibili online sono veramente limitate, pare quindi si tratti di una zona decisamente poco conosciuta e scarsamente frequentata.
Consultando una mappa mi rendo immediatamente conto che il tratto principale per raggiungere i laghi è veramente breve e privo di scorci panoramici interessanti, così, allungano un po’ l’escursione, disegno un giro ad anello che, oltre ai laghi, ci permetterà anche di raggiungere un bivacco e di passare nei pressi delle cime più alte di questa vallata. Non ci resta che partire.
Escursione ai laghi di Bruffione – Video vlog
Sommario Escursione ai Laghi di Bruffione
- Parcheggio per il laghi di Bruffione – Piana del Gaver
- Mappa trekking Predarossa
- Salita alla piana di Bruffione – CAI 401
- Piana e malga Bruffione di Sotto
- Salita al Passo di Bruffione
- Bivacco Bruffione e la vista dal passo
- I laghi di Bruffione
- Ritorno al parcheggio sulla Piana del Gaver
- Galleria fotografica – Escursione ai Laghi di Bruffione
- Conclusioni e consigli – Trekking Laghi di Bruffione
- Acqua lungo il sentiero
- Periodo consigliato
- Link e riferimenti utili
- Pro e Contro
- Webcam vicine ai laghi di Bruffione
- Dove seguirmi

Dati tecnici – Trekking laghi di Bruffione:
Difficoltà | E – Escursionistico |
Durata | 5:00 (A/R) |
Anello | Sì |
Distanza | 15,60 Km |
Dislivello | 812 m |
Sentieri | CAI 401, 414, 413 |
Tipologia | Trekking |
Data | 19/07/2022 |
Parcheggio per il laghi di Bruffione – Piana del Gaver
Per imboccare l’inizio dell’itinerario bisogna portarsi in auto in località Piana del Gaver (comune di Bagolino). Partendo da Brescia gli itinerari possibili sono principalmente due, entrambi di ugual durata:
- Potete raggiungere il lago d’Idro lungo la SS237, per poi deviare verso Bagolino (imboccando la SP669) e seguire le indicazioni per il passo Crocedomini. Prima di raggiungerlo incontrerete i numerosi parcheggi del Gaver.
- Alternativamente potete risalire la valle Camonica lungo la SS42 e poi, a Breno, imboccare la SP345, superare il passo Crocedomini e scendere verso il Gaver.
Aprendo il link qua sotto vi verrà mostrata la strada proposta partendo da Brescia: da Brescia, BS a Area di Parcheggio – Google Maps

Entrambe le strade sono sempre asfaltate e facilmente percorribili, da notare però alcuni punti un po’ stretti appena prima del passo Crocedomini (salendo lungo la SP345).
Dovendo scegliere noi decidiamo di optare per la seconda opzione in quanto ci consente di raggiungere la sommità del passo e ammirare la bellissima distesa di prati verdi che si trova in questa zona, sormontata dal massiccio roccioso del Cornone di Blumone. Essendo che ormai è quasi mezzogiorno decidiamo anche di fare una rapida sosta al rifugio Crocedomini e concederci un tagliere di affettati.
Questo video dovrebbe darvi un’idea della bellezza del passo Crocedomini: Passo CROCEDOMINI – Via Lattea – Fotografia di paesaggio [ 4K X-T3 & Sony A7III ] – YouTube
Non è questa la nostra meta però quindi dopo pranzo percorriamo i restanti chilometri per raggiungere la piana del Gaver. Fortunatamente la zona dispone di numerosissimi parcheggi gratuiti quasi tutti su fondo sterrato, troviamo quindi immediatamente un posto dove lasciare l’auto.
Vi lascio qua sotto il link del parcheggio più vicino all’inizio del sentiero: Parcheggio Gratuito: Link Google Maps (45.9209258352807, 10.458367203636913)
Alternativamente si può pensare anche di lasciare la macchina nei parcheggi davanti al bar Bruffione (appena prima degli impianti di risalita), quando ci siamo stati noi però dei cartelli riportavano che tutti gli spiazzi fossero riservati ai clienti del bar.
Bar Bruffione: Link Google Maps (45.91990339433902, 10.45862693222532)
In ogni caso le aree di sosta sono molteplici e distanti solo pochissime decine di metri l’una dall’altra.

Non appena apro la portiera dell’automobile un vento freschissimo inizia ad accarezzarmi il viso e i 30 °C della pianura diventano immediatamente un lontano ricordo. Il paesaggio è dominato dal verde acceso dell’erba e dei numerosissimi boschi di abeti e larici, il cielo è di un azzurro intenso e verso est è completamente libero, ad ovest invece sembrano iniziare ad accumularsi dei tetri nuvoloni che gravano bassi, quasi a voler sfiorare le cime più alte della zona. Nelle mie orecchie solo il rumore di qualche automobile di passaggio e lo scrosciare di un torrente, non visibile però dalla posizione dove ci troviamo.
L’impatto iniziale dato da questa piana è veramente positivo, spero solo che non venga a piovere questa sera: mi piacerebbe fermarmi a scattare il tramonto sulle sponde dei due laghetti e non vorrei certo che un temporale ci costringa a scendere prima del previsto.

Mappa: Trekking Laghi di Bruffione
Mappa: Trekking laghi di Bruffione
Salita alla piana di Bruffione – CAI 401
L’itinerario ha inizio proprio accanto al bar Bruffione dove una bacheca segna chiaramente i numeri di tutti i sentieri che partono in questa zona. Noi seguiamo il numero 401, che ci condurrà fin sulla piana di Bruffione (circa 1 ora) lungo una mulattiera dalla pendenza costante ma mai proibitiva.
Il bar potrebbe essere inoltre il luogo perfetto dove mangiare qualcosa prima di iniziare la camminata, dai cartelli esterni leggo anche che qui è venduto il formaggio Bagòss (prodotto tipico di queste zone).

Dopo una brevissima discesa finalmente riesco a scorgere il fiumicello che sentivo poco prima: si chiama fiume Caffaro ed è il corso d’acqua principale della zona che, dopo aver raccolte le acque di tutti i torrenti della valle, scende fino a Bagolino per poi tuffarsi nel lago d’Idro.

Appena prima del ponte che lo supera vi segnalo la presenza di un bello scorcio fotografico dove è possibile vedere un lungo tratto di fiume, le sue sponde cariche di verde, i boschi che scendono dalle ripide pendici dei monti limitrofi ed in lontananza la bella parete sud del Cornone di Blumone (2.843 m) che chiude il fondo della piana dove ci troviamo. Uno scorcio così forse meriterebbe di essere scattato con una luce migliore, però siamo solo all’inizio della nostra escursione e la vista sui laghi spero proprio che ci regali vedute ancora più interessanti.

Superato il ponte la mulattiera inizia a salire lungo il versante opposto della vallata immergendosi in un bel bosco di abeti che ci tiene piacevolmente al riparo dal sole. La salita è semplice e mai faticosa, ma purtroppo la cospicua presenza di alberi limita un po’ la vista sulla vallata sottostante e in rarissimi casi sento il bisogno di fermarmi per fare qualche scatto.

Dopo una lunga curva sulla sinistra praticamente in piano il paesaggio inizia a mutare un po’ e sulla nostra sinistra diviene sempre più visibile una gigantesca parete di roccia verticale dai colori rossastri. Questa è una caratteristica della vallata, lungo il cammino infatti vedremo spesso terreno e pietre di questo colore. La luce diretta del primo pomeriggio non aiuta certo, ma questo strano contrasto tra il rosso scuro della roccia il verde vivo dell’erba (deve aver piovuto da poco) è veramente suggestivo e non posso fare a meno di fermarmi e tirare fuori la macchina fotografica.

Dopo circa un’ora di cammino, rispettando quindi le indicazioni dei cartelli, superiamo un passaggio tra le rocce e ci troviamo dinnanzi ad una bellissima piana alpina dove una mandria di mucche pascola libera e un piccolo ruscello si insinua calmo tra l’erba per poi ramificarsi e creare una zona paludosa alla nostra destra. Sono comunque presenti diverse zone asciutte e massi piatti, aree quasi tutte occupate da escursionisti che si stanno fermando qui per un pic-nic.

Piana e malga Bruffione di Sotto
Questa piccola piana nasconde un qualcosa di realmente affascinante e viene immediatamente voglia di sedersi sulle sponde del ruscello nella più completa quiete, ascoltando solamente lo scorrere dell’acqua e i campanacci delle mucche.

Il nostro itinerario non è certo finito però e ci attendono ancora diverse ore di camminata, quindi non ci fermiamo troppo e, deviando tra qualche mucca, raggiungiamo Malga Bruffione di Sotto. A lato della stessa troviamo delle indicazioni chiarissime sulla restante parte del sentiero:
- Proseguendo dritti (CAI 414) si arriva fino al passo di Bruffione, su cui sorge il bivacco.
- Girando a destra (CAI 413) invece si imbocca il sentiero che porta direttamente ai laghi di Bruffione.
Se non avete molto tempo ovviamente vi consiglio di andare direttamente ai laghi, se invece vi siete presi tutta la giornata credo che valga la pena proseguire sul 414 per compiere l’intero giro ad anello

Il 414 continua ad essere una semplicissima mulattiera sterrata veramente piacevole da percorrere. Inizio comunque a domandarmi come mai il tracciato sia tenuto così bene e soprattutto perché sia sempre così largo, lo stesso giorno chiedendo a dei passanti mi viene detto che la strada viene mantenuta in questo stato per facilitare l’accesso alle due malghe e soprattutto per permettere di rifornire il bivacco trasportando i vari materiali in Jeep. Un posto semisconosciuto insomma ma, per via del passaggio di alcuni mezzi motorizzati, dotato di un sentiero praticamente tenuto alla perfezione.

Proseguendo lo spettacolo della piana va progressivamente a scomparire alle nostre spalle, davanti a noi però si aprono dei bellissimi scorci sulla vallata che indirizza verso la sommità del passo e sulle principali montagne limitrofe: Punta della Ecie, Cima di Bondolo, Monte Brealone. Il paesaggio è ancora prevalentemente erboso e soffici collinette si susseguono fino a giungere con lo sguardo verso la parete verticale che poi ci permetterà di raggiungere il passo, se si ha una buona vista in una piccola depressione tra le cime è possibile vedere già da qui la minuscola sagoma del bivacco.

Ciò che più mi attira di tutto questo è il verde smagliante dell’erba che ci circonda, la quale non è per nulla uniforme e sembra colorarsi a chiazze. Queste macchie di colore scuro però continuano a spostarsi, ad allargarsi e a restringersi: si tratta dello strano effetto creato da soffici nuvolette bianche che si spostano davanti al sole e che vanno a coprire con la loro ombra diverse sezioni di prato, conferendo al paesaggio uno strano senso di movimento e facendo ribollire senza sosta questa magnifica tavolozza di verdi.
Inutile dire che alzando il drone di qualche metro lo strano spettacolo diventi ancor più incredibile.

Salita al Passo di Bruffione
Dopo una breve pausa per mangiare qualcosa proseguiamo la nostra salita, che in pochissimi minuti ci conduce alla seconda malaga (1.831 m), quest’ultima, al contrario della prima, la troviamo però chiusa.
Se prestate attenzione in questa zona si stacca un sentiero poco visibile che in poche decine di metri porta ad un ex-cimitero militare. Durante la Prima guerra mondiale, infatti, stazionavano su queste montagne diversi soldati italiani e la costruzione della strada che conduce alla piana risale proprio a quegli anni. Il piccolo cimitero attualmente è vuoto, ma fino al 1925 accolse le salme di 27 soldati uccisi da una slavina mentre si trovavano in un accampamento costruito in una zona probabilmente troppo esposta.

Continuando a seguire il corso della comoda strada militare iniziamo a percorrere i restanti metri di dislivello che ci separano dal passo di Bruffione (2143 m). Gli alberi ormai sono scomparsi quasi del tutto e attorno a noi si sviluppano immense distese di fiorellini e arbusti tipici della media montagna. Durante la salita incrociamo solamente un paio di persone, in lontananza si sente il ragliare di un asino, ma oltre a questo c’è un totale silenzio.

Giunti in prossimità del passo la struttura del bivacco diventa evidente e la voglia di percorrere rapidamente tutti gli ultimi metri di dislivello per vedere finalmente dall’altra parte del passo è tanta, fortunatamente una traccia taglia dritta tutti i tornanti della strada e permette di raggiungere la cima in pochissimi minuti.

Bivacco Bruffione e la vista dal passo
Giunti sul passo la vista si apre su tutte le montagne trentine, fino a raggiungere persino le Dolomiti del Brenta (oggi abbastanza visibili per la poca foschia). La veduta è indubbiamente d’impatto anche se parzialmente coperta dal monte Cingolo Rosso, prevalentemente erboso e posto proprio davanti al passo. Non quello che mi aspettavo, ma non posso proprio lamentarmi: alla fine siamo solamente a 2000 m di altitudine e dovevo sapere che non si sarebbero viste spettacolari cime rocciose tipiche di altitudini ben diverse.
Vi lascio qua sotto il link a PeakFinder, per avere un’idea della vista dal passo:
Peak Finder

Dopo un rapido sguardo a 360° attorno a me vengo però attratto dalla struttura del bivacco.
Bivacco Bruffione: link Google Maps (45.91977944642474, 10.50945983089539)
Si tratta di una costruzione prevalentemente in pietra, realizzata nel 2006 ristrutturando una preesistente baita. L’interno è incredibilmente pulito e abbastanza spazioso, aprendo la porta in legno mi trovo davanti ad un tavolo, una panca, quattro sedie, una stufa con un bel po’ di legna, un mobiletto contenente del cibo e due soppalchi abbastanza ampi dove poter dormire. Non sono però presenti dei materassi o delle coperte quindi dovrete portarvi un materassino e un sacco a pelo se pianificate di dormire qui. Fuori dalla struttura è anche chiaramente indicata una sorgente d’acqua potabile a soli 5 minuti di cammino.

Dopo aver esplorato tutta la zona mi siedo su uno dei tavoli esterni, mi apro una mappa e inizio a studiare la restante parte del sentiero. Da questa posizione dobbiamo continuare a seguire il 414, ora definitivamente trasformato in sentiero, che prosegue praticamente pianeggiante superando un paio di cime per poi giungere al passo di Brealone, da lì ci sarà solo una lunga discesa fino a raggiungere i laghi.

Sentiero di collegamento per raggiungere i laghi di Bruffione
Si sta facendo tardi quindi non perdiamo troppo tempo e ci mettiamo immediatamente in marcia seguendo il 414. Questa spettacolare traversata di sole poche centinaia di metri ci permette di superare il monte Pietra di Rasoio e successivamente il Brealone, assieme a tante altre piccole cime senza nome. Durante la percorrenza sulla nostra destra si apre l’intera vallata appena percorsa, con i prati che pian piano iniziano a colorarsi di toni maggiormente caldi.

In pochi minuti superiamo anche la montagna chiamata Dosso dei laghi, che va proprio a separare la valle dove corre il 414 dalla conca dove sorgono i laghi, ed improvvisamente sotto i nostri piedi compare il blu dei due specchi d’acqua.

Ci troviamo in una posizione particolarmente rialzata rispetto alla conca e i laghetti non sono visibili ancora per intero, ma la particolarità di questo giro ad anello è proprio la possibilità di ammirare i laghi di Bruffione dall’alto per poi continuare ad osservarli man mano che si scende verso la piana. Raggiungere i laghi direttamente con il 413 (la deviazione a malga Bruffione di Sotto) significherebbe arrivare lungo le sponde senza riuscire ad avere una vista complessiva dall’alto ed è per questo che quasi tutti consigliano di percorrere la variante che abbiamo fatto noi (più lunga ma decisamente più panoramica).


Giunti in prossimità del Monte Brealone sulla destra individuiamo un tratto molto ripido che scende in direzione dei laghi. Questo sentiero è la variante del 413 (413 VAR) che decidiamo di evitare, preferendo proseguire oltre per poi scendere con il 413 (appena prima del passo Brealone).
La luce del sole si sta piano piano dorando e le ombre si allungano sempre di più. Abbiamo già fatto qualche foto dall’alto ai due laghetti, ma non credo proprio che sia la composizione ottimale e sono fiducioso di trovare scorci ancor più belli proseguendo. Quindi cerchiamo di scendere rapidamente per trovare un nuovo spot prima che il sole venga nascosto da qualche cima.


I laghi di Bruffione
Poco prima del passo Brealone su una roccia sono segnati tutti i sentieri della zona, accanto al 413 viene scritto “laghi di Bruffione”. Il 413 nel primo tratto scende abbastanza ripido lungo un tracciato stretto e prevalentemente sassoso, nulla di troppo complicato però, vista l’estrema semplicità dell’escursione fatta fino ad ora, è evidente che questo sia il tratto maggiormente tecnico.

Non appena iniziamo a scendere la vista sui laghi viene immediatamente nascosta da un gruppo di massi mentre il sole si è quasi portato nella posizione ottimale.
Non vorrei mai mancare l’orario del tramonto perdendo così lo scatto principale della giornata…
Fortunatamente però, dopo una curva sulla destra, saliamo su un pianoro erboso da cui si riesce ad ammirare alla perfezione i due specchi d’acqua. Al limitare dello strapiombo dove ci troviamo, in una posizione estremamente centrale rispetto ai laghi, si trova un vero e proprio buco nella vegetazione e da qui è perfettamente ammirabile l’intera piana sottostante. Tutto attorno a noi si estende un immenso tappeto di rododendri, sfortunatamente non in fiore in questo periodo. Le loro foglie però, dal verdone scuro, stanno passando via via verso un ocra acceso grazie agli ultimi raggi di sole. I nostri piedi invece pestano un intricato intreccio di radici abbastanza spesse che, uscendo dal terreno, disegnano delle forme intricate su tutto il sentiero, rendendo ancora più particolare questo spiazzo.

Il cielo si incendia di arancione, le poche nuvole rimaste si tingono di rosso e persino l’acqua calma dei due laghetti si accende di colori caldi. Questo spettacolo dura appena una manciata di minuti perché in un attimo il sole scende oltre la linea dei monti e l’intera piana sprofonda nell’ombra. Il cielo ora è di un rosa acceso con una morbida sfumatura che si porta verso il blu scuro nella parte più alta, le nuvole ritornano ad essere macchie scure e lentamente il tramonto si spegne.

Rimaniamo qua fino all’ultimo stupiti dall’incredibile bellezza di questo scorcio e pienamente soddisfatti della nostra scelta di camminare fino alla fine per trovare la composizione perfetta.


Ritorno al parcheggio sulla Piana del Gaver
Il giro ad anello non è però ancora concluso e probabilmente c’è ancora più di un’ora e mezza di cammino, così sfruttando gli ultimi rimasugli di luce nel cielo e decidiamo di raggiungere le sponde dei laghi di buffone. Il sentiero in quest’ultimo tratto scende abbastanza ripido percorrendo anche alcuni passaggi sulla roccia mai complicati. Una volta tornati nella zona erbosa e superati alcuni torrenti grazie a dei ponticelli in legno raggiungiamo rapidamente i prati che si stendono accanto ai due specchi d’acqua.

La luce è ormai molto poca quindi non mi rendo effettivamente conto della possibile presenza di altri sentieri: il tratto principale continua a rimanere abbastanza evidente, ma dalla mia mappa sembra che sia comunque possibile, attraverso altre tracce, fare il giro completo dei due laghetti. Dato che è tardi e sta per fare buio non ho voglia di avventurarmi a caso su questa piana rischiando di finire in zone eccessivamente fangose, così troviamo un sasso piatto accanto al 413 e ci sediamo per cenare.
Sono ormai le 22 e il sole è sceso da diversi minuti, quest’oggi non c’è nemmeno la luna, quindi, è assolutamente necessario utilizzare delle torce per proseguire nell’ultimo tratto di sentiero.

Un paio di note importanti su quest’ultimo tratto di escursione, soprattutto se decidete di farla col buio come nel nostro caso:
- Munitevi di torce che facciano un po’ di luce e non limitativa utilizzare il cellulare perché in certe sezioni all’interno del successivo bosco la traccia non è così evidente e senza una mappa e una buona torcia rischiereste di sbagliare strada.
- Appena dopo i laghi abbiamo incrociato una sorta di malga con un asino e diversi cani (probabilmente legati). Non vedendo nessun pastore e sentendoli abbaiare insistentemente in lontananza abbiamo preferito deviare un po’ a lato rispetto al sentiero e abbiamo aggirare la malga da lontano. Generalmente i cani da pastore vogliono solo difendere il loro gregge e stando loro lontani non si dovrebbe rischiare nulla.
- Ritornati in prossimità di malga Bruffione di Sotto sfruttando solamente le torce, non potendo osservare quindi la piana per intero con la luce del sole, abbiamo avuto un po’ di difficoltà a individuare la traccia principale anche con una mappa sottomano. Alla fine, abbiamo finito per superare il torrente tramite un ponticello tornando così sul tracciato principale.

Non è nulla di strano o complicato però è giusto segnalare che questa sezione di 413 (dai laghi di Bruffione a malga Bruffione di Sotto) è un semplice sentiero di montagna con un tracciato abbastanza evidente, ma sicuramente non così battuto e largo come la strada percorsa lungo tutta la restante parte dell’escursione. Certi brevi passaggi su roccia potrebbero essere inoltre un po’ complicati per chi non è assolutamente abituato alla montagna.
Tornati sulla mulattiera percorriamo la successiva discesa lungo lo stesso tratto fatto all’andata (CAI 401) e in circa 30 minuti torniamo all’ampio parcheggio del bar.

Galleria fotografica – Escursione ai Laghi di Bruffione
Tutti gli scatti di questa uscita sono anche visibili in alta risoluzione sulla mia pagina Facebook: Galleria fotografica trekking Laghi di Bruffione

Conclusioni e consigli – Trekking Laghi di Bruffione
Sentiero abbastanza lungo ma tutto sommato molto semplice, che vi permetterà di ammirare due valli alpine di media montagna abbastanza isolate.
La vista dal passo, il bivacco e il sentiero di discesa verso i laghi sono probabilmente le sezioni più spettacolari dell’intera escursione, che sicuramente vi costringeranno a fermarvi per ammirare il panorama e scattare qualche foto.
Il giro ad anello è consigliato a chiunque, purché si abbia un minimo di allenamento. Qualora si volesse semplificare molto l’escursione ci sono comunque varie possibilità:
- Raggiungere solamente la piana di Bruffione per un picnic.
- Evitare la salita al passo imboccando quindi immediatamente il 413 per raggiungere subito le sponde dei laghi.
Le alternative sono molte e la possibilità di spezzare o interrompere prima l’escursione dovrebbe consentire di adattare questo trekking a qualsiasi esigenza.

Acqua lungo il sentiero
Le uniche due fonti d’acqua si trovano accanto al bar Bruffione e a 5 minuti di cammino dal passo di Bruffione. Ti consiglio di utilizzare questa applicazione per visualizzare rapidamente tutte le fontanelle attorno alla tua posizione: Recensione Mapy.cz – La migliore App per il trekking (stefanopoma.it)
Periodo consigliato
- Primavera: Attenzione alla possibile presenza di ghiaccio
- Estate
- Autunno: Attenzione alla possibile presenza di ghiaccio.
- Inverno: Con sci o ciaspole il sentiero è fattibile. Attenzione alle condizioni della neve.
Link e riferimenti utili
- Proloco di Bagolino: Associazione Pro Loco Ufficio Turistico Bagolino (bagolinoinfo.it)
- Sito ufficiale Valle Sabbia: https://www.vallesabbia.info/prodotto/trekking/
- Brescia Tourism: Brescia, turismo ed eventi in città e provincia – Bresciatourism

PRO & CONTRO – Valutazione
👍Pro:
- Traccia chiara e abbastanza semplice.
- Sentiero poco battuto.
- Diversi punti molto panoramici.
- Possibilità di spezzare l’itinerario o compiere il giro ad anello completo.
👎Contro:
- Assenza di rifugi o altri punti di appoggio.
Valutazione
Voto | 4/5 |
Segnaletica | 4/5 |
Difficoltà | 2.5/5 |
Paesaggio | 4/5 |
Webcam vicine ai laghi di Bruffione
presente una webcam in località Piana del Gaver, con vista sui parcheggi.
- Webcam Pian del Gaver: Link Windy.com
Vi lascio anche la posizione esatta del luogo su Instagram: Link. Se trovate post o storie recenti avrete un quadro maggiormente chiaro sulle condizioni meteo.

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Molto ben dettagliate le escursioni