Oggi voglio salire sul Monte Sparavera, una docile vetta che, con i suoi 1.336 m, domina dall’alto il lago d’Endine e tutta la val Cavallina.
Si tratta di una passeggiata semplice e adatta a tutti, che si articola lungo morbidi pendii erbosi e cime dalle modeste dimensioni. Ma che, una volta usciti dai boschi e raggiunta la vetta, regala un’ottima vista sulle Prealpi bergamasche e sui sottostanti laghi di Endine e d’Iseo.
Vista la quota ridotta, si tratta di un’escursione adatta per inizio o fine stagione, quando le montagne più alte sono ancora coperte di neve e il caldo non è ancora giunto in pianura.
Sconsigliata invece nel periodo estivo per via dell’eccessiva esposizione al sole dell’intero itinerario.
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Sommario escursione al monte Sparavera
- Parcheggio a Gandino – Come raggiungere il monte Sparavera
- Mappa: Escursione al Monte Sparavera
- Inizio del sentiero CAI 547
- Salita nel bosco
- Spiazzo erboso in località Monticelli
- Salita lungo la strada forestale (547)
- La cima del Monte Sparavera
- Tramonto e discesa
- Galleria fotografica: Trekking al Monte Sparavera
- Consigli e informazioni utili
- Pro e Contro – Valutazione
- Webcam lungo il sentiero per il monte Sparavera
- Dove seguirmi
Dati tecnici – Trekking monte Sparavera:
Difficoltà | E – Escursionistico |
Durata | 4:00 (A/R) |
Anello | No |
Distanza | 12 Km |
Dislivello | 823 m |
Sentieri | CAI 547 |
Tipologia | Trekking |
Data | Estate 2020 |
Come raggiungere il monte Sparavera? Parcheggio a Gandino
Il sentiero numero 547 ha inizio nel paese di Gandino, lungo via Fontanella. Seguendo la via troverete una strada asfaltata che inizia a salire, il cartello CAI 547 è appeso ad un muro proprio in corrispondenza dell’inizio della salita.
Vi lascio qua l’indicazione di Google Maps per la posizione esatta: Google Maps (45.80843665922586, 9.906409448987784).
Per parcheggiare si hanno a disposizione due possibilità:
- Il parcheggio in via Opifici (Posizione esatta).
- Oppure il parcheggio in via don Giuseppe Rota, in località Peia (Posizione esatta).
Il primo parcheggio è decisamente più ampio, ma vi obbliga a percorrere qualche metro lungo l’asfalto, imboccando via Fontanella, per poi risalire lungo via Sant’Elisabetta (ovvero l’inizio del 547). Seguendo le indicazioni del sentiero vi ritroverete presto a deviare a sinistra (uscendo dalla strada asfaltata) e iniziare a percorrere un sentiero che devia in un piccolo boschetto.
Qua il punto esatto della deviazione: Google Maps (45.80710692222804, 9.905194416653192).
Dopo una decina di minuti vi congiungerete con via Don Giuseppe Rota, ovvero l’esatto punto del secondo parcheggio.
Quest’ultimo è ovviamente più comodo perché permette di tagliare la parte iniziale del percorso, ma dispone solamente di sei posti auto. Quindi non sarà difficile trovarlo completamente pieno nei giorni più affollati.
Oggi è un mercoledì non di alta stagione, quindi siamo abbastanza fiduciosi di trovare posto anche nel parcheggio più piccolo.
Le strade per raggiungere questa località si fanno via via sempre più strette e ripide, ma non c’è nessun pericolo nella loro percorrenza. Raggiungere il primo parcheggio, invece, è decisamente molto più rapido e veloce con la macchina.
Risalita tutta la frazione di Peia, imbocchiamo via Don Giuseppe Rota e fortunatamente troviamo tutti i posti completamente liberi.
Mappa: Trekking monte Sparavera
Mappa: Trekking monte Sparavera
Inizio della salita lungo il sentiero CAI 547
L’obiettivo di oggi è fermarci per il tramonto e cenare sulla cima; quindi nello zaino metto un paio di torce, un termos con del tè e un fornellino per cucinare.
Il sentiero inizia proprio al limitare del parcheggio, dove la strada si fa sterrata.
Quando ci sono stato, purtroppo, non era presente un’indicazione in questa posizione. In ogni caso la strada è solo una, quindi è quasi impossibile sbagliarsi.
La penuria di cartelli e le indicazioni non sempre presenti sono però una costante di questa escursione.
Dopo pochi minuti di camminata mi rendo conto di come, sulla nostra destra, gli alberi siano letteralmente invasi da rovi carichi di succose more. Incuriositi decidiamo quindi di fermarci.
I frutti sono maturi al punto giusto e sembra che non sia passato ancora nessuno a raccoglierli; quindi decidiamo di rimandare la partenza per fermarci a mangiarne un po’. Sfruttiamo anche l’occasione per arricchire il contenuto della macedonia che ci siamo portati per cena.
L’aria è fresca, il sole di questa stagione non è troppo caldo e abbiamo anche già fatto merenda. Sembra la giornata perfetta per una bella camminata in montagna.
La mulattiera prosegue in salita per poche centinaia di metri, fino a giungere ad un bivio.
Fortunatamente qui il cartello è presente ed è evidente come il sentiero 547 (Direzione Monticelli e Malga Longa) prosegua sulla sinistra.
Anche proseguendo dritti è possibile raggiungere la cima del monte Sparavera, ma in questo caso è il tratto si fa più lungo e con diverse sezioni da percorrere sull’asfalto.
Salita nel bosco per raggiungere località Monticelli
La strada prosegue ora con un percorso a mezzacosta e con una pendenza abbastanza moderata. Rapidamente attraversiamo piccoli prati disseminati di fiori, alcuni casolari e diversi recinti con all’interno mucche e asini.
Dopo una curva destrorsa, con una pendenza abbastanza impegnativa, il sentiero diviene sterrato e devia sulla sinistra, raggiungendo una piccola baita.
Da questo punto in poi il 547 si tuffa in un fittissimo bosco e continua la sua salita sempre a mezzacosta con una pendenza costante.
Il paesaggio per ora non mi ha ancora ha detto niente e gli scorci più interessanti sono limitatissimi: le fitte piante non permettono di vedere nessuna cima intorno a noi e il bosco, seppur spettacolare in certi punti, alla lunga diventa abbastanza monotono.
Nonostante il sentiero si mantenga sempre molto largo, il fondo non è ben tenuto e sono frequenti tratti con rocce poco stabili.
Non c’è nessun pericolo, però bisogna fare attenzione a dove si mette i piedi.
Dopo quasi 40 minuti di salita ci troviamo di fronte ad un bivio, bisogna prestare abbastanza attenzione in questo tratto, perché il sentiero principale sembra proseguire dritto. In realtà, consultando qualsiasi mappa, è evidente come la strada dritta sia a fondo cieco e la traccia del 547 devi a destra, restringendosi ulteriormente e trasformandosi in un normale sentiero di montagna.
La pendenza aumenta ulteriormente ed iniziamo ad arrampicarci a zig-zag all’interno del bosco. Spostandoci sempre di più verso la cresta della montagna.
Ammetto che camminare senza punti di riferimento visivi sia poco stimolante ed effettivamente tutta questa salita risulta essere parecchio noiosa e forse anche eccessivamente lunga. Non tiro praticamente mai fuori la macchina fotografica e non riesco ad essere stimolato sufficientemente dagli altissimi alberi e dal rado sottobosco.
Proseguiamo in salita per una buona quindicina di minuti, fino ad effettuare una curva a destra. Per ora la pendenza non accenna a diminuire, ma dopo un’ultima curva a sinistra, tra i rami si inizia a scorgere il cielo.
Forse finalmente stiamo per arrivare in cima.
Arrivo in località Monticelli – 1.116 m
Ancora pochi passi e iniziamo a sentire il muggito di qualche mucca: poco più avanti rispetto alla nostra posizione ci sono dei pascoli!
Il sentiero ora si è fatto pianeggiante e dopo una decina di minuti finalmente usciamo dal bosco e ci troviamo in un’ampissima radura.
La strada, di nuovo molto larga, si insinua tra una serie di recinti dove stanno pascolando mucche e cavalli. L’erba è verde smeraldo e qua e là spiccano, come punte di colore spruzzate quasi casualmente su una tavolozza, dei fiorellini bianchi e gialli. Il cielo è di un azzurro intenso, sporcato solo da qualche bianca nuvola che si sposta sospinta da un leggero venticello.
Provo improvvisamente un incredibile senso di serenità. Forse anche perché finalmente il paesaggio è variato un po’.
L’area dove ci troviamo si chiama Monticelli (1.116 m). E corrisponde con la linea di confine tra la Val Gandino e la valle Cavallina.
Proseguendo sulla strada sterrata incrociamo un cartello segnaletico e il sentiero e 513 (che sale dalla nostra destra).
Qui svoltiamo a sinistra, mantenendo il 547 (indicazioni per Malga Longa e Monte Sparavera).
Salita lungo la strada forestale (CAI 547)
Per qualche chilometro la strada si fa nuovamente cementata, il dislivello è minimo e il sentiero è di facilissima percorrenza.
Tutta quest’area è infatti così curata per permettere l’accesso tramite automobili ai proprietari delle poche malghe distribuite lungo questi colli. Senza un apposito permesso è però ovviamente vietato arrivare qui con la propria vettura.
Continuando a camminare e finalmente abbiamo un assaggio di quello che sarà il panorama visibile dalla cima. Quando la vegetazione lo permette, infatti, iniziano ad aprirsi dei begli scorci sul Lago d’Endine.
Ci troviamo però ancora in una posizione non sufficientemente sopraelevata e i prati sotto di noi vanno a nascondere parte del lago d’Endine e tutti i paesi della sua costa nord-occidentale.
Nonostante sia ormai tardo pomeriggio, è in questo tratto che incominciamo ad incrociare qualche persona: diversi ciclisti percorrono la strada (visto il fondo molto ben tenuto) e anche alcuni escursionisti camminano nel senso opposto al nostro, tornando dalla visita allo Sparavera.
Dopo una decina di minuti e dopo avere superato una serie di baite veramente ben curate e con giardini ricchi di alberi in fiore, la strada diviene nuovamente sterrata.
Le cime sulla nostra sinistra hanno delle forme morbide e ondulate e più che montagne sembrano delle collinette. La quota ridotta di questi monti, infatti, fa sì che non ci siano rocce vive da nessuna parte e tutto sia letteralmente tappezzato da un onnipresente prato verde. Tra tutti i colli, però, è evidente quale sia il più alto: si tratta proprio della meta della nostra escursione, il monte Sparavera.
L’origine di tale nome pare sia legata alla parola «sparviero», un velocissimo rapace molto diffuso nelle zone boscose delle Prealpi.
La strada forestale ci porta in posizioni sempre più panoramiche. Ora, oltre ad ammirare quasi per intero l’intero lago d’Endine, è anche visibile una parte del lago d’Iseo, sormontato da Corna Trentapassi.
Video escursione a Corna Trentapassi: Corna Trentapassi (da Zone BG) – TREKKING LAGO D’ISEO – YouTube
Superata cascina Rizzani ci sediamo lungo i prati, in una posizione completamente priva di alberi o altri ostacoli, decido quindi di fare un rapido volo con il drone.
Inutile dire che lo stacco tra queste morbide colline e la lingua d’acqua disegnata dal lago diventi ancora più evidente è spettacolare se visto dall’alto.
Dopo il volo proseguiamo per un’altra ventina di minuti. La strada in questa posizione compie una piccola curva sulla destra e poi prosegue dritta in piano. Osservando il bosco sulla sinistra, però, è possibile individuare una traccia che inizia a salire in maniera molto decisa, non segnata con un cartello.
Questa deviazione permette di raggiungere immediatamente la punta del monte, percorrendo quasi in linea retta il suo pendio meridionale.
Un modo per ridurre la durata dell’escursione, ma che sicuramente vi farà faticare un po’: in poco meno di 500 m si passa infatti da quota 1.180 m ai 1.369 della cima.
Alternativamente, per compiere una salita più morbida, si può proseguire lungo il sentiero e 547 per qualche altro centinaio di metri e poi svoltare verso nord, proseguendo in direzione di Manga Longa.
Dopo una breve salita si può svoltare a sinistra e iniziare a percorrere il pendio erboso del monte, fino alla sua cima.
La cima del monte Sparavera 1.369 m
Quest’ultimo tratto di salita è sicuramente la sezione più divertente dell’intera escursione. Iniziamo a salire con un dislivello notevole in mezzo al bosco, che via via si fa sempre più rado, fino a trasformarsi in sparsi gruppi di betulle che crescono disordinatamente lungo il ripido prato.
Per certi passaggi sono utilissimi i bastoncini da trekking, ma è anche possibile usare direttamente le mani.
Vista la pendenza, decidiamo di non proseguire rapidamente. Così, ad ogni decina di metri di dislivello guadagnata, ci fermiamo e voltiamo lo sguardo alle nostre spalle, per ammirare la bella distesa d’acqua del lago d’Endine, che diviene sempre più visibile. Le montagne lungo la sua sponda sud-orientale, invece, non sono particolarmente degne di nota, ma aiutano comunque a migliorare la composizione.
Non mi capita spesso di passare in queste zone, quindi cerco di sforzarmi di ricordarmi i nomi delle varie punte. In lontananza si vede un pezzo del Monte Bronzone, mentre più verso sud è abbastanza evidente il Monte Ballerino (Colli di San Fermo).
Lasciate alle spalle gli ultimi alberi, ci troviamo dinnanzi all’ultimo strappo da compiere, prima di raggiungere la nostra destinazione.
Il sentiero finalmente non prosegue completamente dritto, ma inizia a percorrere alcuni brevi tornanti, che rendono un po’ più leggera la successiva salita.
Dopo l’ultimissimo sforzo raggiungiamo la cima (2:30 ore dalla partenza). Quassù è presente una piccola croce di vetta, un tavolo e una sola panchina.
Seppure il punto più alto sia ben evidente, le zone antistanti alla cima richiamano la natura collinare del paesaggio visto fino ad ora: la parte alta del monte Sparavera e non è altro che una grande radura prativa.
Peak Finder
Dopo aver girovagato per un po’ (rimanendo praticamente in piano), mi sposto nuovamente nella zona attorno alla croce, essendo che è il punto che offre il panorama migliore su tutto il lago d’Endine: una vista veramente indimenticabile, soprattutto nei giorni in più tersi.
Oggi, purtroppo, la foschia della pianura Padana sembra volerci fare un brutto dispetto, andando a nascondere la maggior parte dal paesaggio. Nei giorni più ventosi da qua sopra è perfettamente visibile la linea appenninica e, guardando ad Ovest, si può scorgere persino il Monte Rosa.
Invece oggi ci dobbiamo “accontentare” di una visione a 360° un po’ più limitata, che spazia dal lago d’Endine alle Alpi Orobiche, passando per la piana del Farno e il Pizzo Formico verso Nord. A concludere il quadro ci pensa una visione un po’ più limitata sulle Prealpi bresciane della sponda del lago d’Iseo.
Dato che praticamente ci troviamo sopra ad un’enorme piana completamente priva di ostacoli, decido che è il momento perfetto per fare un altro volo. Così tiro fuori il drone e lo alzo per una ventina di minuti.
Anche solamente quei 50 m di quota in più riescono ad esaltare incredibilmente la bellezza di questo paesaggio che, confermo, mi ha veramente catturato.
Nota importante. Sono salito due volte su questo monte negli ultimi tre anni. In un’occasione tutti i prati della cima erano completamente liberi, la seconda volta invece quasi l’intera area era stata recintata con due o tre recinti elettrificati e solamente un piccolo tratto, al bordo del sentiero, era stato mantenuto libero. Ovviamente questa situazione limita un po’ la mobilità sulla cima della montagna.
Cena e tramonto con vista sul monte Sparavera
Da nord sta iniziando a soffiare un vento molto forte e fastidioso e la cima non è assolutamente una posizione riparata; quindi, decidiamo di scendere un po’ lungo il sentiero già percorso e posizionarci sul prato in una zona maggiormente protetta.
Qui la vista verso nord si va a chiudere completamente, ma davanti a noi c’è ancora la bellissima forma del lago.
Il sole pian piano sta scendendo alla nostra destra, il lago (quindi la composizione migliore) è invece orientata proprio in posizione sud (davanti a noi). Ne consegue che il sole non può essere inserito nella composizione, né all’alba e nemmeno al tramonto.
La particolarità di questa posizione (i prati direttamente sottostanti la cima del monte) è che dopo il calare del sole tutte le luci dei paesi attorno al lago iniziano ad accendersi. Andando così a delimitare il perimetro dello specchio d’acqua con dei puntini gialli e rossi, facendolo così emergere dall’oscurità.
Una composizione molto semplice ma di grandissimo impatto. Ulteriormente impreziosita dall’inserimento della figura umana nell’inquadratura.
La cena di oggi prevede risotto con i funghi e formaggio, mentre a scaldarci ulteriormente ci pensa il termos di tè caldo che ho portato.
Per fortuna che me ne sono ricordato perché sta iniziando a fare molto freddo.
Dopo avere cenato iniziamo a tornare indietro. Per evitare la discesa ripida e per avere anche una vista diverso sul paesaggio, decidiamo di scendere di pochi metri dalla cima della montagna, per poi deviare a destra lungo un altro tratto del sentiero.
Questa parte non è numerata ma è comunque ben battuta ed evidente.
Il sentiero si mantiene a mezzacosta e attraversa, quasi orizzontalmente, tutti i prati e le varie baite di quest’area. La camminata è molte semplice e ha il pregio di rimanere sempre molto panoramica.
In prossimità di alcune cascine il sentiero inizia a scendere in maniera più decisa verso sud e si immette su una strada sterrata. Strada che poi, con un solo tornante, si riporta sul 547 percorso durante la salita.
Le lucine che si accendono attorno al lago, la blue-hour, che ormai sta cancellando i rimasugli dei colori caldi del tramonto, e la fioca luce della luna creano un’atmosfera veramente rilassante.
Una volta imboccato il 547 percorriamo tutto il tratto a ritroso e in circa 1:20 ore siamo nuovamente alla macchina.
In caso di discesa al buio considerate che il tratto all’interno del bosco non farà filtrare nemmeno la luce della luna, una torcia è quindi assolutamente necessaria. Questo diventa ancora più importante considerando che il fondo è a tratti sconnesso e abbastanza ripido.
Galleria fotografica – Escursione al monte Sparavera
Tutti gli scatti di questa uscita sono anche visibili in alta risoluzione sulla mia pagina Facebook: Galleria fotografica Monte Sparavera
Conclusioni e consigli – Sentiero monte Sparavera
Il sentiero proposto è abbastanza semplice e non presenta nessun tratto tecnico.
Molte parti vanno percorse su morbide strade forestali (a volte pure cementate), alcune brevi sezioni però sono abbastanza ripide e con fondo roccioso. Bisogna quindi valutare la propria preparazione atletica e la propria capacità di affrontare sentieri escursionistici (E).
Non esistono modi per accorciare sensibilmente la durate dell’escursione e per raggiungere la cima del monte è necessario percorrere tutto il sentiero descritto, della durata di circa 2 ore (solo andata).
La percorrenza è consigliata nei periodi più freschi dell’anno. In piena estate, considerata la quota bassa, non si consiglia di affrontare questo trekking.
Acqua lungo il sentiero
Non è presente nessuna fontanella lungo il percorso.
Link e riferimenti utili
- Ufficio turistico Val Cavallina: Sito ufficiale Turismo in Val Cavallina Lago di Endine – Sito del Comitato inValCavallina
- Ufficio turistico Gandino: Ufficio Turistico Gandino – Sito ufficiale Valseriana e Val di Scalve
PRO e CONTRO – Valutazione
👍Pro:
- Diversi scorci panoramici sul lago
- Molti spiazzi per fare un pic-nic
- Sentiero semplice
👎Contro:
- Parte iniziale nel bosco abbastanza monotona.
Valutazione:
Segnaletica:
Difficoltà:
Paesaggio:
Valutazione
Voto | 3/5 |
Segnaletica | 2/5 |
Difficoltà | 3/5 |
Paesaggio | 3/5 |
Webcam lungo il sentiero per il monte Sparavera
Purtroppo, NON ci sono Webcam lungo il sentiero. Quella più vicina si trova al rifugio Malga Longa, non molto distante dalla cima del monte:
- Webcam Malga Longa: Link Windy.com
Vi lascio anche la posizione esatta del luogo su Instagram: Link
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