Il Rifugio Rosalba si trova a 1.720 m di altitudine sulla cresta della Grigna Meridionale. In un paesaggio quasi dolomitico caratterizzato da immensi speroni di roccia acuminati, ripidi pascoli e una splendida vista sulla parte meridionale del lago di Como (foschia permettendo).
Avevo adocchiato questa escursione da ormai diversi mesi, ma le condizioni del terreno e la possibile presenza di ghiaccio e neve mi avevano fatto rinviare l’uscita fino ad inizio primavera 2022.
In questi giorni pare che il sentiero sia completamente libero e, seppur siano previste leggere nevicate, decidiamo comunque di partire.
Sveglia impostata alle 4:30.
Escursione al Rifugio Rosalba – VLOG
Sommario Escursione al Rifugio Rosalba
- I Piani dei Resinelli e il Belvedere
- Parcheggi ai Piani dei Resinelli
- Mappa: Piani dei Resinelli – Belvedere
- Inizio del sentiero e parco Valentino
- Belvedere e passerella
- Monte Coltignone
- Sentiero delle Foppe per il Rifugio Rosalba
- Mappa: Sentiero delle Foppe – Rifugio Rosalba
- Inizio del sentiero delle Foppe
- Torrione del Pertusio
- Prati e speroni di roccia della Grigna Meridionale
- Rifugio Rosalba
- Tramonto lungo la discesa
- Galleria fotografica
- Conclusioni
- Webcam Piani dei Resinelli e Rifugio Rosalba

Piani dei Resinelli – Sentiero per il Belvedere
Per sfruttare al meglio la giornata decidiamo di fermarci tutta la mattina ai Piani dei Resinelli, per scattare una foto all’alba nella zona chiamata “Belvedere“. Proprio dove è stata recentemente installata una suggestiva passerella in metallo.
I Piani Resinelli (1.300 m) sono un altopiano situato in Valsassina proprio ai piedi della Grignetta. Il loro territorio si estende tra i comuni di Abbadia Lariana, Mandello del Lario, Ballabio e Lecco.
Sono una località abbastanza famosa per via delle innumerevoli passeggiate adatte alle famiglie, per il bel bosco, per i numerosi prati adatti ad un pic-nic, ma soprattutto per la semplice strada che consente una veloce connessione tra l’altopiano e le principali città della zona.
Insomma un luogo facilmente raggiungibile, adatto anche ai bambini e visitabile in praticamente tutte le stagioni. In primavera e estate per un picnic, in autunno per godere del foliage e in inverno per una semplice ciaspolata.

Dati tecnici: Escursione al Piano dei Resinelli
Difficoltà | T – Tristico |
Durata | 1:00 (A/R) |
Anello | No |
Distanza | 4,77 Km |
Dislivello | 288 m |
Sentieri | |
Tipologia | Trekking |
Data | 06/03/2022 |
Parcheggio Piani dei Resinelli
Un po’ per il desiderio di vedere l’alba e un po’ per non rischiare di non trovare posto, raggiungiamo l’altopiano molto presto.
I parcheggi principali in quest’area sono essenzialmente tre:
- Il Piazzale Daniele Chiappa, visibile appena arrivati ai piani (Link).
- Il parcheggio Valentino, posto accanto al grattacielo Resinelli (Link).
- Il parcheggio delle miniere (Link).
Tutti i posteggi sono gratuiti e molto ampi, ma durante il weekend si riempiono molto rapidamente. Alternativamente è comunque possibile trovare alcuni posti a lato delle strade principali.
Arrivando circa alle 6:00 non troviamo praticamente nessuno e lasciamo l’auto quanto più vicina possibile all’inizio del sentiero.

La mappa – Dai Piani dei Resinelli al Belvedere
Mappa: Trekking piani dei Resinelli
L’inizio del sentiero – ingresso al Parco Valentino
Il sentiero ha inizio accanto al grattacielo Resinelli. Qui è installata anche una bacheca che indica tutti i percorsi ed i punti di interesse della zona.
Vanno sicuramente menzionate le miniere e il parco avventura (visibile dopo poche decine di metri dall’inizio del percorso). Ho un ricordo vago di quando ero venuto qui da bambino per giocare all’interno del parco; all’epoca gli alberi mi sembravano enormi e i vari percorsi, creati per connetterli, posti ad altezze esagerate.
Oggi il parco è chiuso e guardando le strutture attraverso la recinzione mi rendo conto che si tratta di percorsi pensati quasi esclusivamente per bambini.

Il sentiero prosegue su un’ampia strada sterrata in leggerissima salita che, praticamente subito, si immerge nel bosco di faggi e frassini esteso attorno al parco. La terra sotto i nostri piedi è ghiacciata e sparsi a lato del sentiero ci sono dei piccoli accumuli di neve, il vento è gelato e dal cielo inizia a cadere qualche fiocco.
Ammetto che non ci aspettavamo un tempo così rigido, speriamo solo che non cada troppa neve lungo il sentiero per raggiungere il rifugio.
Dopo pochi minuti di cammino giungiamo al cancello che segna l’ingresso del Parco Valentino, da qui, proseguendo sempre dritti, si passa davanti al Museo Casa Villa Gerosa, al cui interno è contenuta la storia del gruppo delle Grigne e dei suoi rifugi e bivacchi (sito del museo).
Sfortunatamente visto l’orario troviamo l’edificio chiuso. Il cancello che segna l’ingresso del parco invece non è aperto, ma un piccolo spazio laterale consente sempre l’ingresso ai pedoni.

Il sentiero prosegue con una leggerissima pendenza su una strada sempre molto ampia e ben segnalata dai numerosi cartelli. Appena dopo il museo è infatti presente un bivio:
- Il sentiero di sinistra conduce in località Roccolo,
- la strada di destra invece porta direttamente alla passerella.
Se state camminando con un passeggino o con dei bambini molto piccoli consiglio di svoltare a destra, in modo da ridurre al minimo il dislivello da compiere.
Noi svoltiamo a sinistra ed iniziamo a salire all’interno del bosco, che ormai è diventato molto fitto. I colori sono un po’ spenti, ma un’enorme distesa di foglie secche riesce a conferire un po’ di toni caldi al paesaggio, altrimenti completamente dominato dalle tonalità fredde dell’inverno.
Dopo pochi minuti raggiungiamo località Roccolo e da qui iniziamo a scendere lungo il sentiero che porta al Belvedere. Progressivamente il bosco si fa più rado e tra le fronde si iniziano a scorgere i riflessi azzurri del lago.

Belvedere e passerella
L’arrivo al punto panoramico è quasi immediato: dopo una curva si esce completamente dal bosco e ci si ritrova davanti all’incredibile spettacolo di una vista quasi a 180° capace di abbracciare l’intero ramo lecchese del lago di Como.
Proseguendo il cammino il sentiero arriva ad una passerella in metallo. La costruzione, installata recentemente, si estende nel vuoto per circa 12 m, consentendo così di ampliare ulteriormente la veduta.
Peak Finder

Da questo incredibile balcone artificiale si vede distintamente la città di Lecco, i laghi di Garlate, di Annone, i Corni di Canzo, il Monte Barro e il Resegone. Nelle giornate più limpide è persino possibile scorgere lungo l’orizzonte il monte Rosa.
Non ci limitiamo però ad alzare lo sguardo, la passerella infatti lascia intravedere anche tutto il paesaggio sotto i nostri piedi, costituito da enormi massi e una vegetazione bassa e secca che crea delle particolari venature marroni/arancioni lungo il terreno roccioso.
Di fronte a questo spettacolo non possiamo che tirare fuori la macchina ed iniziare a scattare. Sfortunatamente però i raggi del sole vengono quasi completamente bloccati dalle fitte nuvole di questa giornata e il paesaggio non si accende di colore come avremmo sperato.

Salita al monte Coltignone
Dopo lunghi minuti di attesa decidiamo di cercare un’angolazione differente, per questa ragione al posto di tornare lungo lo stesso tratto dell’andata decidiamo di fare una breve deviazione verso il monte Coltignone (20 minuti di camminata).
Per salire sulla piccola cima bisogna tornare Roccolo a da lì imboccare lo stretto sentiero che sale in direzione del monte (i cartelli sono sempre presenti e molto chiari).

Il sentiero è sterrato e costeggiato da staccionate in legno per agevolare la salita. Il fondo è abbastanza irregolare e disseminato di rocce e radici, ma la salita è comunque fattibile per chiunque.
Giunti sulla cima ci troviamo davanti ad una prospettiva meno ampia rispetto alla precedenze, ma comunque molto suggestiva. Da qui si vede distintamente il Monte Resegone e la Valsassina. Iniziando a scendere dal piccolo pianoro roccioso che rappresenta la punta del monte individuiamo un altro tratto del sentiero, dopo pochi passi troviamo un cartello che indica la possibilità di scendere fino a Lecco lungo un sentiero per escursionisti esperti.

Ritorno e Pranzo
Nonostante il sole sia già sorto da un po’ continua a fare freddo e la neve non accenna a smettere di cadere, per questo non riusciamo a rimanere in questa posizione così esposta per molto tempo.
Dal monte Coltignone è possibile giungere fino a Cima Paradiso per poi tornare all’ingresso del parco, chiudendo così l’anello. Noi però preferiamo fermarci un po’ nei boschi accanto a Roccolo, sperando in un miglioramento delle condizioni di luce per scattare qualche foto tra gli alberi.

Fortunatamente un po’ di pazienza ci premia e verso metà mattina i primi raggi iniziano a filtrare tra i rami e a colpire le foglioline secche distribuite su tutto il terreno. Il paesaggio è particolare: l’unione tra bianco della neve e rosso delle foglie crea uno strano contrasto generalmente visibile solo in tardo autunno.
Verso le 11:00 imbocchiamo la via del ritorno e ci dirigiamo al parcheggio principale dei Piani dei Resinelli.

Sentiero delle Foppe (Numero 9)
I sentieri per raggiungere il rifugio Rosalba sono essenzialmente due:
- Sentiero delle Foppe (numero 9),
- Sentiero dei Morti.
Il sentiero delle Foppe è classificato come E (Escursionistico), non presenta aree esposte, ma vista la pendenza elevata di certe zone e le sezioni attrezzate con cordini metallici, è richiesta molta attenzione e una certa dose di allenamento.
L’itinerario ha inizio all’imbocco di via Delle Foppe, un’area che purtroppo non è ricca di parcheggi gratuiti e dispone solamente di pochi posti a alto della strada. Per non rischiare decidiamo quindi di lasciare l’auto al Pizzale Daniele Chiappa e raggiungere a piedi l’inizio del sentiero.
Questo tratto non è ovviamente piacevole ed è composto interamente da normali strade asfaltate:
- Si imbocca via Alla Carlanta,
- Si svolta a sinistra in via Del Ram,
- Infine sulla destra si individua l’inizio del sentiero.
I pochi cartelli sparsi lungo queste strade indicano come non sia così raro dover percorrere tutto questo tratto a piedi.

Dati tecnici: Escursione al rifugio Rosalba
Difficoltà | E – Escursionistico |
Durata | 4:00 (A/R) |
Anello | No |
Distanza | 9,60 Km |
Dislivello | 710 m |
Sentieri | Sentiero delle Foppe |
Tipologia | Trekking |
Data | 06/03/2021 |
La mappa – Escursione al Rifugio Rosalba
Mappa: Trekking rifugio Rosalba
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Parte iniziale nel bosco – Sentiero delle Foppe
Il sentiero inizia con una camminata in un bellissimo bosco di faggi su strada sterrata. Questo primo tratto è molto semplice e si mantiene in leggerissima pendenza fino a circa metà bosco.
Tra i rami scorgiamo quasi immediatamente le immense guglie di roccia della Grignetta, che si stagliando contro l’orizzonte a quasi 600 m di altezza rispetto alla nostra posizione. Vista da qua la parete che dovremo superare sembra enorme e con una pendenza quasi proibitiva. Fortunatamente però il sentiero delle Foppe, con i suoi numerosi tratti a zig-zag, rende la salita decisamente abbordabile.
Il tratto in mezzo al bosco inizia ora ad aumentare la sua pendenza, fino a raggiungere un piccolo rialzo dove sono posti diversi cartelli. Il sentiero numero nove prosegue a destra trasformandosi finalmente in un normale sentiero di montagna.

Scendiamo per qualche decina di metri tra gli alberi fino a ritrovarci alla base di un canalone caratterizzato da enormi massi, su uno di essi incontriamo l’indicazione per il Sentiero numero 9. Evidentemente in quest’area alcune frane hanno modificato il tratto principale ed è quindi necessario deviare sulla destra per superare dall’alto l’enorme masso con le indicazioni.
In pochi minuti superiamo la zona rocciosa e riprendiamo il sentiero.

Dopo una decina di minuti di cammino incontriamo un passaggio aderente alla roccia, con una cavo metallico di sicurezza e degli scalini. Affrontare questa salita è veramente semplice, ma da questo punto in poi il sentiero inizierà a saliere in maniera molto più decisa e non sarà raro dover utilizzare le mani per superare certi punti.
Non so se mettere nello zaino la macchina fotografica, ma il paesaggio è troppo suggestivo per perdere degli scatti, così decido di fare un po’ più attenzione ma di mantenerla attaccata allo spallaccio dello zaino.
Durante tutte la salita, seppur utilizzando le mani, sono riuscito a tenere la macchina attaccato allo zaino. La pendenza non è poca, ma con un po’ di attenzione si percorre tutto il sentiero senza problemi.
Il sentiero prosegue con salita abbastanza costante. Sono anche presenti altri tratti attrezzati con cordino o catene, ma si tratta sempre di passaggi estremamente semplici.

Area ripida e Torrione del Pertusio
Dopo circa 40 minuti di cammino arriviamo ad una curva pianeggiante in un’area quasi priva di alberi dove si riesce ad ammirare in tutta la sua bellezza il Torrione del Pertusio.
L’erba attorno a noi è secca, ma il poco sole che filtra dalle nuvole la accende di un giallo intenso. Alzando lo sguardo si innalza un’immensa guglia verticale e girandoci a destra è possibile ammirare le punte aguzze del gruppo delle Grigne, spruzzate di bianco dalla leggere nevicata di questa mattina.
A questo punto inizia la parte più ripida del percorso delle durata di circa 15 minuti, che permette di superare sulla destra il Torrione del Pertusio.
Anche questo passaggio non può considerarsi veramente complicato, ma bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi e aiutarsi con le mani.

Prati della Grignetta
Usciti da questo passaggio, e usciti anche dal bosco, il sentiero torna a pendenze più moderate.
Ci troviamo in un paesaggio surreale, stretti tra speroni di roccia dalle forme allungate, arrampicandoci su un terreno roccioso ormai quasi completamente privo di qualsiasi arbusto. In questa zona, con il dovuto silenzio, è anche possibile ammirare gruppi di camosci che pascolano. A noi hanno attraversato la strada all’improvviso e, senza alcuna fatica, si sono arrampicati sulle rocce alle nostre spalle.
Dopo pochi minuti ci troviamo a salire lungo l’ultimo strappo veramente ripido, prima di entrare negli sconfinati prati del versante ovest della Grignetta.
Guardando verso l’alto sul crinale si intravede già la forma il rifugio Rosalba.

Qui il paesaggio cambia nuovamente e le rocce lasciano spazio ad una distesa di erba giallognola, disseminata però dalle solite guglie e torrioni (di minori dimensioni rispetto ai precedenti ma comunque spettacolari).
Il questa posizione ci fermiamo cercando le rocce dalle forme più curiose. Ci sono diversi punti che potrebbero essere sfruttati per qualche foto durante la golden hour.
Da qui in avanti il sentiero prosegue la sua salita in mezzo ai prati e praticamente tutto il tratto è visibile anche da questa posizione. I cartelli continuano ad essere presenti, ma sono del tutto non necessari data la traccia molto evidente. Giunti in prossimità del rifugio si incrocia il sentiero dei morti che sale dalla destra, ovviamente noi svoltiamo a sinistra e proseguiamo la salita.

Rifugio Rosalba 1.730 m
Dopo circa 2:00 ore dalla partenza raggiungiamo lo spiazzo roccioso dove sorge il rifugio Rosalba (1.730 m), proprio alla base della rocciosa Cresta Segantini.
La struttura dispone di 46 posti letto, acqua calda ed una buona scelta di piatti. Nei mesi da marzo a metà giugno è aperto il sabato e domenica, da metà giugno a metà settembre tutti i giorni e da metà settembre fino a fine anno il sabato e la domenica. Per essere certi dell’apertura è comunque meglio contattarli Rifugio Rosalba.

Peak Finder
La superfice pianeggiante accanto al rifugio è abbastanza limitata, ma garantisce una vista veramente eccezionale sul lago di Como, sul monte Grignone e su Zucco Pertusio. Ciò che più stupisce sono però ancora una volta i numerosi torrioni sparsi sulla cresta della montagna, ma anche lungo tutti i prati sottostanti.
Qui ci fermiamo per una meritata pausa e per mangiare qualcosa di caldo. L‘interno del rifugio non è molto ampio e i posti a sedere sono decisamente limitati. Fortunatamente però, dopo qualche minuto di coda, troviamo posto ad un tavolo. Durante i mesi caldi è possibile sfruttare anche le panche e i tavoli esterni, aumentando così i posti totali, oggi però fa decisamente troppo freddo per pensare di mangiare all’esterno.

Tramonto lungo la discesa
Si sono fatte ormai le 16:00 ed iniziamo a girare per i sentieri attorno al rifugio cercando composizioni da sfruttare durante il tramonto. Nonostante la zona sia veramente suggestiva non è così facile individuare uno scorcio veramente iconico e ben presto ci rendiamo conto che un gruppo di speroni rocciosi incontrati durante la salita rappresentano la scelta migliore per le nostre foto.
Il cielo si è ormai quasi completamente liberato e poche nuvole bianche si muovono lentamente lungo l’orizzonte. La vista sul lago e la pianura però è sporcata dalla presenza di una leggera foschia, che non permette di liberare lo sguardo troppo in lontananza. Le condizioni insomma non promettono troppo bene, quindi decidiamo iniziare la discesa in anticipo per cercare qualche nuovo scorcio lungo i prati sottostanti.
La discesa avviene lungo lo stesso tratto dell’andata e non segnalo nessuna particolare variazione. Valgono i consigli dell’andata riguardo l’attenzione da mettere per affrontare certi tratti e la necessità di utilizzare le mani per aiutarsi nei punti più ripidi.

Poco prima del Torrione del Pertusio ci fermiamo in uno spiazzo. In questa zona il sentiero devia leggermente e si insinua in mezzo ad un gruppo di 4 speroni rocciosi, che sembra quasi si siano spostati lateralmente proprio per fare spazio alla traccia del sentiero.
La composizione è immediatamente suggerita dalle forme disegnate da questo fantastico paesaggio, quindi lasciamo gli zaini e piazziamo il treppiede.
Da questa posizione non è possibile cogliere interamente la discesa del sole, in quanto il tramonto viene parzialmente coperto dalle montagne circostanti. Nonostante ciò gli ultimi raggi sono comunque sufficientemente bassi per allungare le ombre di tutto il paesaggio e tingere di oro l’erba secca dei prati.
Dopo il tramonto raccogliamo l’attrezzatura fotografica, prendiamo le torce e sfruttiamo la blue hour per scendere lungo il tratto più impegnativo con ancora un po’ di luce.
Dopo circa 1:30 i nostri piedi toccano nuovamente l’asfalto e verso le 21:00 raggiungiamo l’auto.

Galleria fotografica – Escursione al Rifugio Rosalba
Tutti gli scatti di questa uscita sono anche visibili in alta risoluzione sulla mia pagina Facebook: Vai alla galleria

Conclusioni – Escursione al Rifugio Rosalba
Il sentiero delle Foppe, nonostante sia classificato come E e non presenti nessun tratto pericoloso, non è adatto a tutti.
La salita costante durante quasi tutta la percorrenza non lo rende una scelta da consigliare a bambini piccoli o a chi non possiede un minimo di preparazione atletica.
Se però siete abituati a camminare in montagna, con un po’ di impegno riuscirete a conquistare il rifugio e godere di una vista veramente fenomenale.
Il periodo consigliato è sicuramente quello estivo, anche se dovrete considerare la possibilità di trovare l’itinerario molto affollato. In autunno e in inverno c’è il rischio di trovare neve o ghiaccio e in quel caso sarà necessario utilizzare dei ramponcini.
Durante i giorni di apertura i rifugisti riportano sulla loro pagina Facebook le condizioni dei sentieri e l’eventuale presenza di neve e ghiaccio.

Valutazione
Voto | 4/5 |
Segnaletica | 4.5/5 |
Difficoltà | 3.5/5 |
Paesaggio | 4/5 |
Webcam Piani dei Resinelli e Rifugio Rosalba
Sono presenti due webcam lungo il sentiero, in posizioni veramente comode. Una si trova accanto al parcheggio dei Piani dei Resinelli, la seconda è stata installata sulla struttura del rifugio Rosalba :