La meta di oggi è il Rifugio Cesare Benigni, struttura posta a circa 2.224 m di quota in alta Val Brembana e dal quale si può godere di una fantastica vista su un’ampia sezione delle Orobie, ma anche sul monte Disgrazia e sul massiccio del Bernina.
Per raggiungere la nostra destinazione c’è un comodo sentiero che parta dalla strada asfaltata che conduce ai piani dell’Avaro e che, in circa 10 km e 950 m di dislivello, conduce al rifugio. Non si tratta di un escursione complessa o pericolosa (l’intero tratto è classificato come E – Escursionistico), ma il dislivello non indifferente e alcuni passaggi in aree leggermente esposte e scivolose obbligano a consigliare l’ascesa solamente ad escursionisti abituati a camminare per molte ore in montagna e con un passo ben fermo.

Leggendo qualche articolo noto anche come ad un certo punto il sentiero si biforchi, presentando due alternative:
- A sinistra prosegue un sentiero abbastanza ripido, ma anche decisamente panoramico (il tracciato è segnato come 108A)
- A destra il tratto principale del 108 sale più dolcemente, fino a giungere ad un canalino di roccia dove, tramite catene e punti d’appoggio ben segnati, bisogna arrampicarsi per qualche decina di metri

Decideremo al momento quale dei due tratti imboccare, per quanto optare per il 108A, molto più panoramico e decisamente meno battuto, credo che sia la scelta migliore. Inoltre, verso il tardo pomeriggio, in questa zona non dovrebbe nemmeno essere complicato vedere qualche stambecco al pascolo, speriamo di essere fortunati!
Definiti i dettagli principali dell’escursioni non resta che partire!
Sommario: Trekking al Rifugio Benigni – Sentiero dei vitelli
- Sommario: Trekking al Rifugio Benigni – Sentiero dei vitelli
- Mappa: Trekking al rifugio Benigni
- Dove Parcheggiare per imboccare il sentiero per il rifugio Benigni
- Inizio della salita verso il Rifugio Benigni, lungo il sentiero CAI 108
- Alpeggio Casera Valletto
- Fonte di San Carlo
- Deviazione lungo il sentiero CAI 108A
- Rifugio Benigni
- Lago Piazzotti
- Discesa e ritorno al parcheggio
- Galleria fotografica – Escursione al Rifugio Benigni
- Conclusioni e consigli – Escursione al Rifugio Benigni
- PRO e COTRO e Valutazione
- Webcam al Rifugio Benigni
- Apprezzi il mio lavoro e vuoi supportarmi?
- Dove seguirmi? Vuoi restare aggiornato?

Dati tecnici – Rifugio Benigni sentiero 108A
Difficoltà | E – Escursionistico |
Durata | 5:00 (A/R) |
Anello | No |
Distanza | 10 Km |
Dislivello | 970 m |
Sentieri | CAI 108, 108A |
Tipologia | Trekking |
Data | 19/08/2023 |
Mappa: Trekking al rifugio Benigni
Mappa dell’escursione: Mappa Wikiloc
Migliore App mappe offline per il trekking: Recensione Mapy.cz – La migliore App per il trekking (stefanopoma.it)
Dove Parcheggiare per imboccare il sentiero per il rifugio Benigni
Il luogo migliore dove parcheggiare l’auto è località Sciocc, lungo la strada provinciale che porta ai piani dell’Avaro. Giunti a Cusio bisogna fermarsi in questa posizione per acquistare il ticket necessario per l’accesso. Il costo del ticket è di soli 2€ (estate 2023) ed è valido per l’intera giornata. Nel caso decidiate di prolungare la vostra permanenza per più giorni, il prezzo aumenterà gradualmente.
Muniti di ticket si può ora proseguire lungo la strada per circa 4 km, fino a raggiungere un ampio spiazzo sterrato in questa posizione. Il parcheggio, seppur capiente, si riempie abbastanza facilmente in alta stagione, per questa ragione vi consiglio di salire abbastanza presto la mattina o di provare ad andare oltre e parcheggiare l’auto lungo qualche piazzola o tornante.
La giornata di oggi è particolarmente soleggiata e siamo a metà agosto, inutile dire che il parcheggio principale sia completamente pieno quando arriviamo in zona. Andando oltre si trovano altri 4 posti lungo il successivo tornante (anche questi occupati) e poi una lunghissima fila di auto parcheggiate a ridosso della carreggiata per tutto il successivo chilometro. Dobbiamo quindi impegnarci un po’ per trovare un buco, ma alla fine fortunatamente ci riusciamo, lasciando l’auto a lato della carreggiata in un punto della strada non eccessivamente ripido.
Ero già stato in queste zone per vedere i laghetti di Ponteranica (https://stefanopoma.it/trekking/escursione-ai-laghetti-di-ponteranica/), ma il periodo era diverso e c’era decisamente meno gente. Dopo la giornata di oggi ho capito che si si vuole salire lungo questa strada in pieno Agosto bisogna mettere in conto di partire decisamente presto, al fine di essere sicuri di trovare un posto auto senza troppa difficoltà.

Inizio della salita verso il Rifugio Benigni, lungo il sentiero CAI 108
Il sentiero CAI 108 parte proprio a lato della strada appena percorsa ed è chiaramente segnalato da un cartello, che indica anche l’eventuale chiusura del rifugio Benigni. Vi lascio comunque la posizione precisa del punto di partenza: https://maps.app.goo.gl/LVHbmXhFwFgQMbYa9
Prepariamo quindi lo zaino, il cappello, gli occhiali da sole, tanta crema solare ed ovviamente molta acqua. La giornata è infatti particolarmente calda, non sono previste nuvole e lungo il tracciato le fonti d’acqua potabile sono veramente poche.

Una volta pronti torniamo sui nostri passi lungo l’asfalto ed imbocchiamo il tracciato CAI 108. Il sentiero si inerpica subito molto ripido all’interno di una fitta pineta, il fondo è irregolare e costituito da gradoni creati dalle radici delle piante e la visuale è completamente coperta dalla fitta vegetazione. Sicuramente non la migliore delle partenze, ma in una decina di minuti il sentiero interrompe questa brusca salita ed inizia a farsi pianeggiante, proseguendo a mezzacosta lungo le pendici del monte Avaro.
Con brevi saliscendi, passaggi su roccia e attraversamenti su un paio di piccoli ruscelli, in una ventina di minuti usciamo dal tratto boscoso, guadagnando la vista sulla vallata appena percorsa in auto, sul Pizzo Baciamorti e sul Corna Grande. La giornata non è particolarmente ventosa e la fitta foschia della pianura tende a raggiungere persino questa zona, rovinando un po’ il colpo d’occhio complessivo. Abbiamo comunque ancora diverse centinaia di metri di dislivello da guadagnare e ci saranno sicuramente zone con una veduta maggiormente panoramica.

Alpeggio Casera Valletto
Dopo circa 30 minuti di cammino usciamo dalla pineta e ci troviamo dinnanzi ad un ampia zona prativa, dove sorge l’alpeggio Casera Valletto (1782 m). La struttura è proprio accanto al sentiero e passandoci vicino è possibile vedere diversi animali al pascolo e alcuni formaggi disposti nei locali interni della malga. Se avete spazio nella zaino il consiglio è sicuramente quello di valutare l’acquisto di qualche prodotto locale (anche se forse è meglio farlo durante il ritorno).

Superata la piccola malga si piega e destra e si attraversano rapidamente i pascoli della zona. Presto il sentiero ci porta ad attraversare un torrente, che qui realizza un piccolo salto d’acqua, e successivamente a raggiungere il versante opposto della montagna.
Il paesaggio è ormai cambiato completamente e dinnanzi a noi si stagliano sull’orizzonte bellissime cime rocciose, incorniciate da molteplici pascoli che, ostinati, si arrampicano anche lungo i pendii più ripidi. Guardando appena sotto la punta del monte Tribortoi (2309 m) diverse lingue d’acqua, fatte brillare dai riflessi del sole, scendono lentamente, tagliando in due i verdi pendii.

Fonte di San Carlo
Dopo una breve pausa per qualche foto puntiamo decisi verso nord, qui il sentiero aggira una piccola cima senza nome e poi inizia a risalire molto deciso lungo un avvallamento del terreno, seguendo abbastanza fedelmente la strada indicata dai tralicci dell’alta tensione.
I cartelli, disposti ad intervalli regolari, indicano che ci troviamo lungo il sentiero CAI 108 e che il rifugio Benigni dista ancora diverse ora. Non ci lasciamo scoraggiare e a testa basta ci accingiamo ad affrontare probabilmente uno dei datti più ripidi dell’intera escursione. Il sentiero si fa sempre più roccioso e con diversi piccoli tornanti risale la collinetta su cui è posto il traliccio dell’alta tensione. Questa sezione, trovandosi appena dopo un lungo tratto praticamente pianeggiante, non è certo piacevolissima, ma in una decina di minuti riusciamo comunque a guadagnamo la cima della piccola collinetta.

Da qui diviene molto più evidente la prosecuzione del sentiero, il quale, mantenendosi a lato di un torrente e salendo a zig-zag lungo il versante della montagna, risale per altri 100m di dislivello, fino ad arrivare ad un pianoro. Da qui in avanti il tracciato si fa anche decisamente più largo e ben battuto ed i tornanti risalgono in maniera decisamente più morbida e graduale.
Proseguendo su questa successiva sezione la vista sulle montagne circostanti si chiude un po’, in compenso possiamo però concentrarsi su diversi scorci sul torrente che scorre alla nostra sinistra e su come abbia modellato il terreno e le rocce lungo tutto il suo passaggio.
Verso metà salita incontriamo anche uno zampillo d’acqua segnalato come Fonte di San Carlo (1775 m) dal quale è possibile dissetarsi. Attenzione perché durante tutta la successiva parte della salita non saranno presenti altre fonti d’acqua.

Deviazione lungo il sentiero CAI 108A
Dopo un’altra decina di minuti di salita il sentiero torna ad essere pianeggiante e ci porta all’interno di un vastissimo pianoro erboso, caratterizzato dal solito torrente che divide in due i prati e da diversi massi erratici disposti lungo tutta la piana. Davanti a noi si stagliano le belle cime rocciose del pizzo di Mezzaluna (2373 m) e del Piazzotti occidentale (2349 m), guardando a destra risulta invece abbastanza evidente la forcella del passo Salmurano.
Giunti a questo punto si deve compiere una scelta:
- Proseguendo a destra si mantiene il sentiero CAI 108, il quale sale verso il passo per poi deviare a sinistra, aggira parte delle cime rocciose che si trovano davanti a noi ed infine sale deciso verso il rifugio Benigni lungo un canalino di roccia.
- Girando a sinistra si imbocca invece il sentiero 108A (sentiero dei vitelli), il quale risale le pendici del Pizzo e del Torrione di Giacomo, si porta proprio sopra il pianoro erboso dove ci troviamo ora e continua la sua ascesa verso Cima Piazzotti occidentale, per poi imboccare il sentiero 101 e deviare verso il rifugio Benigni.

Entrambi i sentieri presentano dei tratti abbastanza ripidi ed impegnativi, dove sono assolutamente necessari passo fermo e concentrazione. Il sentiero 108 ha però la difficoltà maggiore di dover affrontare un canalino di roccia, sicuramente non complicato, ma che necessita un minimo di capacità di risalire lungo tratti rocciosi (magari usando anche le mani). Il 108A invece non nasconde difficoltà di questo tipo e risulta essere pure leggermente più panoramico, soprattutto lungo tutte le sezioni che si sovrappongono al 101.
Noi decidiamo di girare a sinistra e di imboccare quindi il 108A, soprattutto perché confidiamo che lungo questo tratto meno battuto sia più facile incontrare qualche animale selvatico, ma anche perché dalle poche foto viste le vedute lungo il 108A mi sembrano decisamente più spettacolari.
Scendiamo subito verso i verdi prati della piana, rimanendo sulla sinistra orografica del piccolo torrente che la attraversa. Proseguiamo in piano per qualche centinaio di metro, per poi superare il torrente ed iniziare a salire lungo le pendici del monte. Qui il sentiero si fa decisamente più stretto e disconnesso, ma non sono mai presenti difficoltà particolari.
Dopo qualche decina di minuti di salita ci troviamo appena sopra una sperone roccioso che sembra messo qui apposta per permettere di ammirare dall’alto la zona prativa che abbiamo appena attraversato. Il sole sta accedendo sempre più di verde la piana e le belle ramificazioni create dal torrente che la attraversa creano un colpo d’occhio veramente particolare.

Il sentiero ora piega a sinistra e percorre per qualche metro l’avvallamento generato dal corso del torrente Ornica, per poi superarlo tramite un comodo attraversamento. Da questo punto in avanti ci attende una lunghissima salita su terreno roccioso e non sempre stabile, per passare dai 2000 m di altitudine di questa zona, fino ai circa 2200 m del punto in cui il sentiero si incrocia con il CAI 101. Ammetto che questo tratto è probabilmente il più monotono e il meno divertente dell’intera escursione, continuando la salita però tutte le montagne attorno a noi diventano sempre più visibili. Guardando est è ora molto evidente la punta del monte Salmurano, così come il sentiero che conduce all’omonimo passo. Girando lo sguardo verso sud compare la bella cima rocciosa del Piazzo Arera, mentre poco più in basso si riesce a scorgere perfettamente il vasto altopiano dell’Avaro.
Le pause per riprendere un po’ il fiato e per scattare a questo magnifico panorama sono quindi numerose, dopo circa 30 minuti di salita però il sentiero spiana e ci ritroviamo a pestare nuovamente l’erba. Da qui puntiamo in direzione nord e dopo qualche altro metro di dislivello raggiungiamo un laghetto e successivamente ci congiungiamo con il sentiero CAI 101, in un punto dove è stato anche piazzato un cartello che indica chiaramente la direzione da seguire per raggiungere il rifugio Benigni.

Rifugio Benigni
Da questo punto in poi non si deve far altro che seguire il 101, il quale proseguire con una serie di saliscendi su terreno roccioso, fino a portarci in prossimità del rifugio che diventa presto perfettamente visibile su una piana rocciosa.
Nei pressi della struttura il sentiero perde un po’ di quota e si ricongiunge con il 108, il quale sale in questa posizione tramite il canalino di roccia menzionato prima. Effettivamente quello che abbiamo appena percorso non è affatto il tracciato più frequentato e se durante la salita abbiamo incrociato solamente un paio di altri escursionisti, solamente in questo tratto stiamo incrociando diverse decina di persone che stanno salendo per raggiungere il rifugio.

Dall’incrocio con il 108 non resta che proseguire ancora per un paio di minuti, fino a ritrovarsi sulla vasta area rocciosa dove sorge il rifugio. Ci troviamo a 2222 m di quota lungo un balcone naturale veramente privilegiato, che consente di abbracciare con lo sguardo tutte le Prealpi centrali, le Orobie e di spingersi persino sui pizzi più alti della Valtellina, da questa posizione nella giornate più limpide è infatti perfettamente visibile il Disgrazia e il massiccio del Bernina.
È quasi mezzogiorno e sembra esservi proprio il pienone, all’interno del rifugio non c’è più posto, mentre all’esterno sono stati disposti diversi tavoli dove poter mangiare. Le numerose aree rocciose ed asciutte sono inoltre perfette anche semplicemente per sedersi con il proprio telo e fare un pic-nic. Non avendo portato troppo cibo per questa volta decidiamo di prendere qualcosa al rifugio, ci sediamo in uno dei tavoli esterni e pranziamo godendoci la bellissima giornata.
Non ho avuto modo di fare una foto al listino prezzi del rifugio, vi informo però che la struttura dispone anche di 20 posti letto ed è quindi possibile decidere di passare qui la notte, esternamente invece sono presenti dei bagni ed anche una fontana. Per ulteriori informazioni ed eventualmente per prenotare il pranzo (cosa che noi ci siamo scordati di fare) vi invito a contattare direttamente il rifugista: https://www.rifugi.lombardia.it/bergamo/ornica/rifugio-benigni.html

Lago Piazzotti
Per quanto il rifugio Benigni possa essere un validissimo punto di partenza per numerose ascese che portano a raggiungere le diverse cime delle montagne che ci circondano, oggi decidiamo di non proseguire oltre.
Dopo pranzo faccio due passi lungo il pianoro roccioso dove sorge la struttura, superando alcune zone acquitrinose e portandomi più verso nord. Spingendo lo sguardo in avanti si vedono alcuni laghetti, il piccolo paesino di Gerola Alta e persino un pezzo di Valtellina. Tra i prati sono evidenti diverse altre tracce, tra cui il sentiero CAI 144 che consente di arrivare al rifugio partendo da località Pescegallo (SO).

Prima di tornare sui nostri passi decidiamo di fare una rapida deviazione per vedere il Lago Piazzotti, che si trova a pochissimi minuti dal rifugio. Per raggiungerlo percorriamo a ritroso un breve tratto del 108, per poi svoltare subito a destra. Il sentiero in un paio di minuti conduce sulle sponde del piccolo specchio d’acqua, oggi letteralmente invase da altri turisti come noi che stanno facendo un pic-nic godendosi il sole.
Per quanto non particolarmente evidente, esiste un tratto che consente di girare attorno al laghetto, permettendoci di spostarci un po’ dalla zona più affollata, fino a raggiungere una piccola spiaggetta relativamente isolata e decisamente più tranquilla. Decidiamo quindi di fermiamo un po’ qui, immergendo i piedi nell’acqua e mangiando la frutta che ci siamo portati da casa. Non si tratta sicuramente di un lago visivamente particolarmente spettacolare, ma fa sicuramente piacere potersi riposare un po’ cullati dal piacevole rumore dell’acqua, dopo aver passato diverso tempo tra la calca del rifugio.

Discesa e ritorno al parcheggio
Nel primo pomeriggio decidiamo che è ora di tornare, indossiamo nuovamente gli scarponi e torniamo sui nostri passi. Camminando accanto al lago vengo attratto da un leggero movimento sulla mia destra, alzando lo sguardo lungo le rocce che circondano lo specchio d’acqua noto che un piccolo stambecco (almeno così sembra da questa distanza) ci sta osservando. L’animale sembra essere abbastanza schivo e dopo una rapida occhiata nella conca del lago decide che la zona non è di suo interesse e sparisce nuovamente tra le rocce.
Gli stambecchi quindi ci sono, dobbiamo cercare di fare meno rumore possibile durante la discesa e forse avremo la fortuna di fare un incontro un po’ più ravvicinato.
Tornati nei pressi del rifugio giriamo a destra e da qui iniziamo a percorrere a ritroso il percorso fatto durante l’andata. Appena superata la deviazione per il canalino di roccia facciamo una leggera svolta sulla destra e sulla parete rocciosa davanti a noi compare un piccolo stambecco, che cammina in bilico su una lastra di roccia quasi verticale. Cercando di non farlo spaventare tiro immediatamente fuori la macchina fotografica e tento qualche scatto. L’animale tuttavia non sembra particolarmente infastidito dalla nostra presenza e anche proseguendo sul sentiero, che gli passa praticamente accanto, non si sposta nemmeno di un metro.

Proseguendo la discesa lungo il sentiero CAI 101 facciamo numerosi altri incontri, qui gli animali passeggiando tra i massi della zona e si spostano lungo i prati per trovare i punti migliori dove brucare, ignorando quasi completamente la nostra presenza. Oggi non ho portato il teleobiettivo quindi ho qualche problema a fare degli scatti particolarmente ravvicinati, anche perché voglio evitare di spaventarli uscendo dal sentiero e avvinandomi eccessivamente a piedi. In ogni caso le pause sono numerose e proseguiamo molto a rilento.
Raggiunto l’incrocio con il 108A svoltiamo a sinistra e sui prati appena sotto la nostra posizione compaiono due maschi, decisamente più grandi degli esemplari visti fino ad ora e con due bellissimi palchi. In questo caso uno dei due animali fugge subito, il secondo rimane a brucare sul prato ma si sposta progressivamente sempre di più dal sentiero. Non riesco quindi a fare nessuno scatto particolarmente degno di nota, ma sono comunque molto contento di aver fatto questo incontro.

Il sentiero 108A prosegue ora in costante discesa seguendo il tratto già descritto precedentemente. Non segnalo nessuna differenza rilevante nel percorrere il tracciato in discesa, se non l’ovvio consiglio di fare un po’ più attenzione, soprattutto lungo i tratti più ripidi.
In poco meno di 2:00 h comunque i nostri scarponi tornano a pestare l’asfalto e in breve siamo nuovamente all’auto.

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Galleria fotografica – Escursione al Rifugio Benigni
Tutti gli scatti di questa uscita sono anche visibili in alta risoluzione sulla mia pagina Facebook: Galleria fotografica – Trekking al Rifugio Benigni







Conclusioni e consigli – Escursione al Rifugio Benigni
Il sentiero proposto è indubbiamente molto appagante e panoramico e non nasconde difficoltà particolari. I quasi 950m di dislivello e alcuni tratti abbastanza ripidi lo rendono però consigliabile solamente a chi è sufficientemente allenato e abituato a muoversi in ambiente alpino.
Come già detto nel testo, la variante proposta che segue il 108A consente di percorrere un tratto meno battuto ed evitare il canalino di roccia, il quale (per quanto sicuramente non complesso) potrebbe risultare difficoltoso per qualcuno.
Gli ampi spazi accanto al rifugio, i numerosi tavoli esterni e le sponde del lago Piazzotti rendono inoltre il punto d’arrivo un luogo perfetto dove poter riposare, eventualmente fare un pic-nic e godersi una bellissima vista panoramica su tutte le cime limitrofe.

Acqua lungo il sentiero
Lungo il sentiero l’unica fonte d’acqua è la fontana di San Carlo. Qui la posizione precisa: https://maps.app.goo.gl/aTzYSGD1X3pUpJLP8
Ti consiglio di utilizzare questa applicazione per visualizzare rapidamente tutte le fontanelle attorno alla tua posizione: Recensione Mapy.cz – La migliore App per il trekking (stefanopoma.it)
Periodo consigliato
- Primavera
- Estate
- Autunno
- Inverno: Valutare se siano necessarie ciaspole o ramponcini e se il sentiero sia privo di pericoli
Link e riferimenti utili
- Info point alto Brembo: https://www.altobrembo.it/info-point-altobrembo/
- Visit Brembo: https://www.visitbrembo.it/it
- Rifugio Benigni: https://www.rifugi.lombardia.it/bergamo/ornica/rifugio-benigni.html
- CAI sentiero 108A: https://www.caibergamo.it/geoportale/sentieri/108a
- CAI sentiero 108: https://www.caibergamo.it/geoportale/sentieri/108

PRO e COTRO e Valutazione
👍Pro:
- Sentiero panoramico
- Ottima vista una volta giunti al rifugio
- Punto di arrivo molto ampio e panoramico, possibilità di raggiungere anche un lago
- Possibilità di vedere gli stambecchi
👎Contro:
- Alcune sezioni in forte pendenza e un po’ monotone
Valutazione
Voto | 4/5 |
Segnaletica | 4/5 |
Difficoltà | 3/5 |
Paesaggio | 4/5 |
Webcam al Rifugio Benigni
È presente una webcam proprio accanto al rifugio Benigni: Webcam Rifugio Benigni

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